Dario Dont – Grand Jeté (VREC Music Label)

Dario Dont annuncia il suo disco d'esordio “Grand Jeté” previsto il 24  marzo. Già online il primo singolo e video o “Neve” – RadioVera

Impalcature metafisiche atipiche a condensare nell’etere sogni e speranze abrasive in un concentrato di alternative rock che profuma d’autoriale memoria nel cercare di parlare all’ascoltatore con uno stile personalissimo e corrosivo. L’esordio di Dario Dont, all’anagrafe Dario Bertolotti, già voce nei Blank dirt e nei fantastici Don Turbolento riesce con una maestria che profuma di maturità a condensare, in una manciata di tracce, aspirazioni, sensazioni, passioni che bucano lo schermo dell’inutilità apparente per regalarci un disco di lirismo sopraffino. Grand Jeté è un disco complessissimo, cangiante che profuma di innovazione nel troppo spesso asfittico panorama delle produzioni odierne. Un album meraviglia che parte con il botto nella penombra di Neve e via via si apre all’asprezza di pezzi come Cuore Aperto, A metà, Non fare rumore, Lama per finire poi con l’introspezione di La cosa padre per un risultato d’insieme che trova nell’eleganza del gesto e della parola la spinta necessaria per volare davvero in alto.

Fabrizio Consoli – Sessions from detentions (VREC Music Label)

FABRIZIO CONSOLI - Sessions from Detentions (CD, Pre-order 7/04/23) -  Vrec.it

Pennellate in bianco e nero a ricoprire di passione suonata un disco che sembra più che altro un piccolo forziere di tesori da cui attingere significati per il nostro quotidiano in un sali scendi che si fa voce a contatto con il resto dell’eternità nel comunicare un sentimento verso l’assenza che diventa presenza da ricompattare. Fabrizio Consoli in piena pandemia registra queste tracce che si muovono suadenti in solitudine rimescolando le carte in tavole e proponendo vecchi pezzi e inediti con l’aggiunta di piccole perle emozionali come Via con me di Paolo Conte e la popolare You don’t know what love is conosciuta soprattutto per l’interpretazione di Chet Baker. Il nostro regala emozioni partendo da versioni scarne e introspettive dove la voce istrionica e coinvolgente sembra accompagnarci all’interno di una soffitta polverosa e abbandonata allo scorrere del tempo, una soffitta che diventa palcoscenico di vita e cuore pulsante di un mondo in trasformazione. Sessions from detentions è un disco carico di magia e sostanza. Una bella prova che sottolinea la presenza dell’esistere.

Tidal Frame – Tidal Frame (VREC Music Label)

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "TIDAL FRAME"

Suoni di inizio millennio che intascano la bellezza di un rock egregiamente manipolato con elettrizzanti novità in divenire a sancire un esordio che regala energia e sostanza ad una prova cesellata a dovere. L’omonimo dei Tidal frame è un concentrato futuristico che riesce ad incrociare il suono dei Muse con quello dei Placebo per un risultato ottimale che forse non brilla per originalità, ma si lascia trasportare lungo i flutti sedimentati di una coscienza particolarmente proiettata nel comprendere temi importanti della quotidianità. Il disco si muove quindi inglobando pensieri e costruzioni mentali in grado di recuperare il senso più profondo del nostro stare. Eutanasia, violenza sulle donne, dipendenze di ogni forma sono solo alcuni degli argomenti che possiamo trovare all’interno di canzoni scritte e arrangiate per lasciare una sorta di segno del proprio passaggio. Bellissimi i singoli Alice, Healing waters, Elodie’s ether a ricompattare un album denso e mai banale. Prodotto dal sempre bravo Pietro Foresti, Tidal Frame è un disco che ricerca nell’alchimia del gruppo la chiave per aprire le porte di una realtà in continua espansione.

Humus – Non è giusto (Overdub Recordings)

Humus, “Non è giusto”: recensione e streaming

Velocità al fulmicotone ad abbracciare un rock bello spinto che percorre vertiginose altitudini capaci di sposare l’idea di cambiamento partendo da una base sonora in perenne mutamento, una base che diventa necessaria visione per la creazione di ciò che verrà. Gli Humus segnano un confine mai netto con le aspettative del futuro attraversando campi coltivati ad elettricità magnetica e intraprendendo una sorta di viaggio rumoroso dal sapore garage punk ad intessere trame che sprigionano energia ascolto su ascolto. Sono pezzi che non lasciano via di scampo. Canzoni capaci di costruire atmosfere belle sature di memoria e abbandono per un risultato d’insieme che non lascia indifferenti. Otto brani da Offre la casa fino a Cambia voce, passando per Disastro, Qui si decide, Parlami che riescono a veicolare significati, trovando, nella ricerca dell’accettazione personale, la chiave di lettura introspettiva per costruire ciò che ci sarà un domani.

Blind ride – Paranoid – Critical method (Overdub Recordings)

Rock alternativo che profuma di Tool e di A perfect circle sporcati da un suono punk per attitudine che ricorda i primi Placebo affondando radici all’interno di un post punk da non trascurare. Il sodalizio con il rumore dei Blid ride si trasforma in un’esigenza di ottenere qualcosa di viscerale partendo da un substrato metafisico di polvere e distorsori. Emblema questo di un album che trattiene l’apnea e snocciola, fagocitando, pensieri in libertà che non lasciano scampo a molte interpretazioni, percorrendo la strada, mai sicura, di un rock mescolato alla sperimentazione. Paranoid – Critical method è sfrontatezza e nel contempo energia vitale che possiamo percepire all’interno di scatole sigillate pronte ad esplodere in qualsiasi momento. Otto tracce in perenne estasi rumorosa. Da Surrogate of a dream fino a A song without words per un risultato d’insieme che ingloba speranze e future certezze.

Checco Curci – Anche solo per un saluto (Dischi Uappissimi/Nonsense edizioni musicali)

Anche solo per un saluto

Atmosfere notturne che collimano in stati introspettivi all’interno di uno scatolone da trasloco che ingloba l’intera umanità e persiste in un incedere primario raccolto, vissuto, sensazionalmente unico ed esemplare. Il disco d’esordio di Checco Curci è una sorta di capolavoro contemporaneo. Mi capita molto spesso di ascoltare dischi di cantautori e un album così pieno e completo non lo ascoltavo da molto tempo. All’interno ci sono le sfumature intime dei Non voglio che Clara, la poesia di Paolo Cattaneo, la sofisticata ascesa del Battiato migliore. Attraverso l’ironia del disastro contemporaneo, Checco Curci trova la chiave segreta per leggere i sentimenti. Difficile scegliere un pezzo preferito. Tutti sono necessari per entrare all’interno di un quadro omogeneo e ispirato, un quadro d’insieme che vede, come fondamentale presenza, la supervisione artistica di Riccardo Sinigallia a intrecciare l’elettronica con le chitarre, il nuovo che avanza con i fondamentali del passato. Anche solo per un saluto è un album da avere. Un disco che consuma, evolve, ama.

FUMETTI – Giorgio Pandiani – Un giorno sul fiume (e altri racconti) – (Autoproduzione)

cover

 

Titolo: Un giorno sul fiume (e altri racconti)

Autori: Giorgio Pandiani

Casa Editrice: Autoproduzione

Caratteristiche: brossura, carta riciclata, b/n

Prezzo: 11,53 €

 

Se l’illustrato Nel bosco, scritto e disegnato da Charline Collette e precedentemente recensito su queste pagine virtuali, è un inno alla semplicità del quotidiano capace di narrare la purezza nel percepire un determinato ambiente mantenendo una connotazione ecologista, l’autoproduzione del bravissimo Giorgio Pandiani ha il sapore di un testo da preservare che profuma di introspezione accogliendo quel senso di incertezza che caratterizza il nostro vivere.

Dopo il trittico autoprodotto Radici, recensito su Indiepercui, Giorgio Pandiani riesce con una naturalezza da primo della classe ad addentrare il proprio pensiero nei meandri oscuri del progresso sottolineando gli aspetti di una società in declino attraverso tavole disegnate che sono concentrati di poesia a raccontare storie che in qualche modo sembrano intrecciarsi nonostante una connotazione eterogenea e implicitamente singolare.

Una piccola autoproduzione dal forte impatto sociale che brilla di luce propria e veicola messaggi con uno stile personalissimo, chiaro e profondo, a racchiudere significati che trovano nella natura un modo diverso di percepire il mondo partendo dai vissuti del singolo individuo. Quello stesso singolo uomo che diventa vagabondo errante nel racconto finale Un giorno sul fiume ad annunciare il nuovo che verrà.

Devo essere sincero, non pensavo di riuscire ad emozionarmi ancora tanto davanti ad una serie di racconti così minimali, ma potenzialmente unici. Il pregio sta forse nella scelta di mantenere un’indipendenza personale, ma anche di correre incontro ad una capacità che avevo percepito già in Radici, quella qualità di saper disegnare quadri inglobanti significati universali partendo dalle cose di ogni giorno.

Un giorno sul fiume (e altri racconti) riesce, con una dose di vero amore per l’universo intero, a costruire architetture trasversali toccando diversi ambiti narrativi e cercando di cambiare le regole del nostro stare partendo da ciò che ci sarà, forse, un domani. Un fumetto autoprodotto dove la solitudine e l’impotenza verso l’ignoto cosmico diventano materie tangibili ad abbracciare sentimenti quotidiani e stili di vita da modificare in un incedere che profuma di rinascita oltre ogni aspettativa.

Per info e per acquistare il fumetto: 

https://www.giorgiopandiani.com/2022/12/un-giorno-sul-fiume-e-altre-storie.html

LIBRI ILLUSTRATI – Charline Collette – Nel bosco (Sinnos)

 

Titolo: Nel bosco

Autori: Charline Collette

Casa Editrice: Sinnos

Caratteristiche: pag.108, 21 x 27

Prezzo: 20 €

ISBN: 9788876095108

 

Dentro al bosco dei pensieri tuoi, sulle cime trovi ciò che vuoi…cantano i Les Enfants nella bellissima canzone Dammi un nome a raccontare il disperdersi per poi ritrovarsi in un passaggio necessario dall’adolescenza all’età adulta, ad indicare un percorso fatto di esperienze, di consapevolezza, di solitudine interiore e di amore verso ciò che vogliamo tenere accanto al nostro vivere.

Charline Collette nell’incredibile viaggio di scoperta raccontato nell’illustrato Nel bosco ci accompagna per mano all’interno di un luogo vocato all’incontro che diventa, per l’occasione, parte indissolubile con il nostro esistere.

Un susseguirsi di vicende capaci di cogliere l’essenziale, poi, diventano importante punto di vista e di ricerca contestuale dove i protagonisti stessi delle avventure sono persone comuni alle prese con la loro vita vissuta nel silenzio della natura.

Bambini e bambine, guardiaboschi, cercatori di funghi o persone di passaggio vivono esperienze uniche e memorabili. Esperienze che si fanno raccontare, formando una sorta di diario della memoria che profuma di resina e di esistenza da preservare.

L’emblematica raffigurazione della realtà passa attraverso le narrazioni dipinte con uno stile che abbraccia il naïf. Uno stile dove il passaggio fondamentale della conoscenza si muove attraverso disegni immediati a colorare di verde gli ampi spazi raccontati, a colorare il senso interiore del moto perpetuo delle stagioni che si sposa, in modo del tutto naturale, con l’articolazione degli eventi e del sapere da tramandare.

Importante poi l’idea di dividere il libro in quattro momenti e dodici storie per un testo-documentario che conserva e rende onore alla parola ambiente segnando un cammino fatto di tradizione e segnali indelebili per il futuro.

Nel bosco, edito in Italia da Sinnos e tradotto da Federico Appel, contribuisce alla creazione di un qualcosa di magico. La dimensione del cartonato valorizza l’insieme delle vicende raccontate e la parola ecologia raccoglie un nuovo punto di vista su un tema che sempre più deve essere ancorato alla realtà e alla quotidianità, partendo dalle situazioni di ogni giorno, partendo da quei piccoli e per alcuni insignificanti gesti capaci di modificare il nostro stare nella complessità.

Per info e per acquistare il libro:

https://www.sinnos.org/prodotto/nel-bosco/

 

Giove – Oustream (Autoproduzione)

OUTSTREAM

Pezzi convincenti altri leggermente inferiori ad ottenere strutture che trovano nella storia della musica la soluzione complementare per implementare suoni e aggiungere un gusto personale e retrò ad una poetica intrisa di piccole perle da percepire e far emergere. Ci sono elementi che provengono direttamente dagli anni ’80 in questo Oustream a ricondurre l’ascoltatore su territori che diventano familiari, ma quando meno te lo aspetti abbandonano la strada sicura per delineare una sorta di nuovo cammino da seguire. I Giove, con una pluridecennale esperienza alle spalle, riescono a far emergere uno spirito alternative pur nuotando nel vasto mondo del rock, attraverso sensazioni da veicolare e speranze da incidere nei solchi di questo e altri mondi. Oustream non segue il filone della sperimentazione, ma piuttosto rappresenta un buon punto di inizio da dove poter costruire nuove ed esaltanti avventure sonore.

Arsen Palestini – Social Nearness (Autoproduzione)

arsenpalestini (@arsenpalestini) / Twitter

Album dei cinquant’anni per il matematico che fa rap Arsen Palestini. Album composito, multisfaccettato, pieno di collante con il mondo che ci insegue ogni giorno, a ritrovare, nelle rime perdute, una sorta di armonia urbana a colpire la banalità del male. Social nearness mescola suoni, lo fa ardentemente e senza mezze misure, osando a più non posso e seguendo correnti ascensionali che diventano strutture pronte ad immolarsi ad architetture contemporanee in una ricerca stilistica del tutto personale e originale. L’attrazione per il mondo in dissoluzione è uno dei tanti punti fissi di un disco pieno di influenze. Suoni trip hop, funk esageratamente manipolati riescono a creare un flusso magmatico che non perdona. Un flusso che percepisce gli umori di un tempo e cerca di veicolarli da True fate fino a Ma no non è possibile per un risultato d’insieme aspro e ben congegnato a regalare poesie urbane da poeta di strada contemporaneo.