Matteo Muntoni – Nur-Bisu (S’ARD Music)

Copertina di Nur-Bisu di Matteo MuntoniSuoni dalle molteplici forme trovano nell’archeologia musicale un tratto di confine da esplorare in grado di convogliare desideri e aspirazioni all’interno di un mondo fatto di cangiante bisogno di appartenenza e libertà continua da respirare. Il nuovo di Matteo Muntoni, disco questo capace di abbracciare una musica proveniente dalle profondità della terra, è un concentrato di world music incastonata all’interno di esigenze personali nel dare forma e sostanza ad un suono mai completo, ma lasciato al tempo che verrà. Un’ispirazione, un desiderio incompiuto, una progressione interiore con la natura che amalgama convinzioni e bellezza, nel raccogliere, nella parte più nascosta di noi, il tentativo unico e primordiale di costruire suoni che diventano arte da interpretare, scovare, trasformare, attraversando spazio e tempo in una sorta di buco nero fuori dalla realtà. Nur-Bisu è una creatura di pura avanguardia, inevitabilmente collegata ad una musica sofistica e complessa, accesa dal chiarore delle stelle e partecipe di un tutto che meraviglia ad ogni ascolto.

Guido Di Leone & Dario Deidda – in DUO Live at Duke jazz club Bari (ABEAT Records)

In Duo(Live At Duke Ellington Jazz Club) (Guido Di Leone & Dario Deidda)

Suoni e carisma eccezionali per un duo formato da musicisti che non hanno bisogno di molte presentazioni. Suoni che si avvinghiano all’utilità di questo tempo creando una sorta di rinascimento musicale attraverso interpretazioni personali di gente come Duke Ellington, Guy Wood, Oscar Pettiford in un continuo avvicendarsi fatto di poliritmia e improvvisazione a ricostituire un ritmo vitale fatto di sudore, passione e bellezza da custodire. Questo in DUO è il risultato delle sperimentazioni esibite al Duke jazz club di Bari in un contesto intimo e coinvolgente dove partecipazione e capacità personali si sposano per dare vita ad un qualcosa di magico. Ciò che ne esce è un’alchimia profonda che supera la realtà del quotidiano per una prova che riesce a conquistare un pubblico attento e consapevole di avere di fronte due grandi del jazz contemporaneo.

Massimo Valentini – Nudo (ABEAT Records)

Ascoltare la musica di Massimo Valentini è un po’ come concentrare l’intero suono del mondo all’interno di un disco dove strumenti mai in dissoluzione diventano elemento portante per creare architetture sonore che stupiscono e si fanno colonna sonora di un film chiamato vita che ci vede protagonisti, a volte inconsapevoli, del nostro continuo migrare. Nudo è una sorta di inno interiore che parte dalle nascoste visioni di un universo senza barriere capace di abbracciare contemporaneamente costruzioni che diventano portanti e cariche di luce. Il nuovo di Massimo Valentini è complessità difficile da ricreare. Un’orchestrale estasi mai compiuta che sposa il concetto del vuoto e del pieno alla perfezione, riuscendo ad inglobare la musica araba con le progressioni rock inglesi degli anni settanta fino a convogliare in una sofisticata ampolla jazz da cui far emergere una bravura sorprendente. Nudo è un album pregno di voci e di mondi da interpretare, un insieme di tracce avvolte nel mistero di un sogno meraviglioso.

Alberto Iovene – The new day (Abeat Records)

Elucubrazioni sonore che non si arrendono alle tenebre e intascano un’egregia prova d’autore che ha il profumo dell’aurora e delle cose migliori. Addentrarsi nel mondo di Alberto Iovene è impresa mai facile perché, quando meno te lo aspetti, gli attimi di introspezione creati abbagliano come luce nell’oscurità mescolando sapientemente minimal piano, world music, jazz, tango in una sorta di ancestrale bisogno di tornare ad una purezza iniziale, una purezza che diventa fanciullesca visione che parte dal suono, prosegue con gli arrangiamenti e coltiva quell’amore per l’arte che si fa punto essenziale e materico con la natura circostante. The new day è un bellissimo viaggio colorato che profuma di sere estive, di pioggia rinfrescante e di quel qualcosa che si chiama amore e che unisce tutte le cose. Da Quiet restless town fino alla title track, il nostro, coadiuvato da Daniele di Bonaventura al bandoneon e agli effetti, da Camillo Pace al basso doppio manico e da Mimmo Camapanale alla batteria ci consegna una prova che ingloba il nuovo che verrà, in una sorta di rinascita perpetua in divenire.