fABIO bLIQUO – Controsensi (Autoproduzione)

Fabio Bliquo, all’anagrafe, Fabio Marroni, ci fa entrare nel suo mondo sbilenco, fatto di geometrie assurde e sperimentali, lo fa in punta di piedi, ma nel contempo con ironia, grazie a questo Controsensi che vede la luce dopo cinque anni di peregrinazioni e dopo l’uscita del primo omonimo EP che ha tuffato, letteralmente, il cantautore, nel mondo complesso delle autoproduzioni, dopo collaborazioni anche importanti come quella con Rachele Bastreghi dei Baustelle.

Il disco di Fabio è un album sulla disillusione del vivere, è un album che parla di noi, della nostra generazione e lo fa da scrutatore interiore che non si limita a narrare i fatti, ma piuttosto scaraventa gli stessi sugli occhi della gente; pensiamo a pezzi come La Lesione, Pagliacci o Made in China, provocazioni che giocano con le parole, strutture create all’occorrenza per colpire e lasciare il segno, per nove pezzi di poesia incastonata grazie ad un gusto rock mescolato sapientemente ai suoni sintetizzati e alle sperimentazioni soft per un album da incanalare e custodire tra le produzioni eterogenee e genuine, cristallino quanto basta da farsi racconto di vita per questo tempo.

Johnny Bemolle’s – Jb (LaFameDischi)

Raccontare attraverso la musica e le immagini un viaggio chiamato vita è opera assai ambiziosa e complessa che accende speranza in chi ascolta e permette di creare racconti che si inerpicano lungo solitari quadri e illustrazioni ammirevoli e commoventi.

Johnny Bemolle è un cantautore solitario, ma deciso, caparbio nel trovare un proprio posto nel mondo in cui abitare, in bilico tra viaggi infiniti nel treno della melodia e capace di scovare le emozioni dell’anima grazie ad una voce evocativa, alla ricerca di amici con cui condividere passioni, speranze e pura bellezza nel vedere oltre il buio; attimi di luce sfiorata per una musica che affonda la propria totalità  nella bellezza del folk passeggero e internazionale.

Nelle canzoni di Johnny si trova con facilità un certo amore verso cantautori come Damien Rice, Glen Hansard, passando per Tom Mcrae e qualcosa del nostrano Bob Corn, senza dimenticare il duo Rue Royale, un amore per la poesia in musica che accoglie attimi di respiro luccicanti e strumenti semplici a tessere melodie di immediata reperibilità, inossidabili, evocative all’ennesimo ascolto e portatrici di una struttura essenziale, ma allo stesso tempo indissolubile.

Le illustrazioni sono curate da Laura Re, il packaging è qualcosa di assolutamente meraviglioso, una valigia che si apre e dentro i nostri sogni di instancabili viaggiatori, qualcuno parte, qualcuno arriva, qualcuno non fa più ritorno, tra Parigi, Budapest, Granada e la Scozia il nostro Johnny o meglio i nostri Johnny Bemolle’s colpiscono al cuore e in modo del tutto inaspettato accendano una scintilla di bellezza.

Le strade – Le strade (Autoproduzione)

Istinto primario che si attacca al suolo per prendere la terra e gettarla in aria a gran voce strutturando parole come spari che legano il vuoto attorno al mondo.

Andare in fuga verso il confine per non  sbagliare ancora, per trovare vie d’uscita dentro stanze senza porte, dentro territori racchiusi da confini naturali che non lascle-strade-musica-le-strade-epiano respirare.

Voci e ombre, sussurri nell’oscurità e pistole puntate per aver preteso di essere migliori in un Paese dove pochi lo sono o lo possono essere.

Le strade colpiscono per impegno sociale, impatto sonoro e per quella genuinità rivoltosa che fa saltare anche il pubblico più distratto.

Debitori di “Soniche Ministrate” i 5 bolognesi stupiscono in questo loro album d’esordio dove i sintetizzatori e i cori portanti risultano necessari per dare quel tocco di originalità ed energia che si lascia andare in refrain calcolati alla perfezione.

“In fuga verso il confine” è forse la traccia che imprime maggiormente il concetto di protesta mentre “Il prezzo” nel finale, regala attimi cupi di blues maledetto e vertigini sonore.

Gran novità questa, tra le fila della musica italiana; un gruppo che riesce nell’intento di andare diretto al bersaglio senza usare mezzi termini e mezze misure: sentiremo ancora parlare di loro.