fABIO bLIQUO – Controsensi (Autoproduzione)

Fabio Bliquo, all’anagrafe, Fabio Marroni, ci fa entrare nel suo mondo sbilenco, fatto di geometrie assurde e sperimentali, lo fa in punta di piedi, ma nel contempo con ironia, grazie a questo Controsensi che vede la luce dopo cinque anni di peregrinazioni e dopo l’uscita del primo omonimo EP che ha tuffato, letteralmente, il cantautore, nel mondo complesso delle autoproduzioni, dopo collaborazioni anche importanti come quella con Rachele Bastreghi dei Baustelle.

Il disco di Fabio è un album sulla disillusione del vivere, è un album che parla di noi, della nostra generazione e lo fa da scrutatore interiore che non si limita a narrare i fatti, ma piuttosto scaraventa gli stessi sugli occhi della gente; pensiamo a pezzi come La Lesione, Pagliacci o Made in China, provocazioni che giocano con le parole, strutture create all’occorrenza per colpire e lasciare il segno, per nove pezzi di poesia incastonata grazie ad un gusto rock mescolato sapientemente ai suoni sintetizzati e alle sperimentazioni soft per un album da incanalare e custodire tra le produzioni eterogenee e genuine, cristallino quanto basta da farsi racconto di vita per questo tempo.

Walden Waltz – Eleven sons (Santeria)

Echi del bianco Beatlesiano stagnante che si concede in numerose musiche che guardano oltre in confine tra un folk che si evolve poderoso e un beat che incalza ammaliato dalla psichedelica sonda che ci fa rimanere a galla.

Luci e fulmini, tempesta in arrivo, i prati in fiore e le colline da ammirare, al crepuscolo, al calare della sera in un viaggio oltre confine, oltre il canale della Manica, oltre lo strato d’acqua profondo che separa il vecchio dal nuovo continente.

Musica personale, che parte da dentro questa, si perché i Walden Waltz non si accontentano, ma ambiscono ad una costante ricerca che non relega il passato ad un quadro da ammirare, ma fanno di loro stessi i protagonisti di un’intimità sovrana ed eterea, creando ponti , distruggendo i vecchi e soprattutto stratificando passato e futuro in una sola e grande isola.

L’isola del sorriso e le piaghe da arginare, dell’introspezione sonora che parte da accenni di acustica per sovrapporsi ai confini che già conosciamo, in dissolvenza in comprimaria eleganza dando fiato alle trombe e al  clarinetto, tirando corde di violini leggeri assaporando attimi di intimità con pianoforti che danzano sospesi.

Un disco ammiccante, leggiadro e composto per restare, per segnare ancora un volta la strada, tra occidente, fino all’estremo oriente meditativo, campane che si odono da lontano, persone inginocchiate a meditare sul tempo che verrà, persi nella notte del giorno che avrà una nuova luce.

 

LaMente – Un passo indietro (Garage Records)

Un rock sopraffino e introspettivo che si concede il colore che sfuma, tra il bianco e il nero di una fotografia, un ricordo lontano che si fa vivo e il ritorno a mondi conosciuti, che prima sembravano lontani e ora si lasciano trasportare dalla marea che arriva.

I LaMente con questo disco si lasciano scorrere alle spalle ciò che è andato a male per concentrare il tutto su suoni prettamente indie mescolati all’elettronica che va a comporre dei riff essenziali quanto centrali.

I cinque da Arezzo vogliono comunicare il tempo che scorre e le ossessioni per le cose perse, in una continua speranza di appagamento o di ritorno, piccole storie incastonate in un diadema più grande e complesso.

Ferretti incrocia Cristiano Godano, il quale avrebbe qualcosa da dire ascoltando i nostri, anche perché, a tratti ricordano gli episodi migliori, di Kuntziana memoria, degli ultimi anni.

Adesso so è esplicativa, è riuscire a percepire la realtà con occhi nuovi incasellando il tutto, ma facendo nascere anche la paura ecco allora la bellissima Difendimi, che si porta avanti passando per Recordis e il moto instabile de Il vento.

Si passa ad Agosto con gli occhi lucidi ritrovandosi in un attimo a contemplare la splendida voce di Giulia Salis in Un viaggio.

Chiude la Baustelliana Rosso.

Un disco completo che racconta i chiaroscuri dell’anima, mai attesa e mai ricercata, ma proprio li ferma, immobile ad aspettare un lieto ritorno, questi sono i LaMente e l’entrata in un labirinto senza fine è assicurata.