Elisa Ridolfi – Curami l’anima (Squilibri)

Elisa Ridolfi, Curami l'anima - Squilibri Editore | Libri, CD e DVD di  musica, antropologia, storia orale e poesia

Pezzi di cielo da conquistare all’interno di un viaggio emozionale unico e vero dove passione e costanza sono caratteristiche principali ed essenziali per comprendere risvolti nascosti, pieghe dell’anima ricche di anfratti celati, storie da costruire, futuro da cercare. Il nuovo di Elisa Ridolfi è un passo di danza elegante e sospeso, etereo nella forma, ma calato introspettivamente nelle meraviglie quotidiane. Curami l’anima è una sorta di appello, un bisogno, un senso raro nel costruire spazi e un bisogno onesto e sincero nel delineare una natura interiore che sente il bisogno di rifiorire ancora una volta. Ecco quindi che il disco prende vita nel tentativo di dare un senso ai rapporti, a tutto ciò che è reale, alle sembianze da abbattere, alla veridicità da scovare. Curami l’anima è un disco complesso nella sua semplice forma, un vento leggero estivo a colmare di parole il vuoto intorno.


Emoji of soul – Non avere paura (Resisto)

Non avere paura

Pioggia di ricordi intrisi di emozioni e significati nell’intraprendere uno spassionato bisogno di comunicare elementi costanti e mutevoli capaci di penetrare la carne, il cuore, il nostro dentro. Gli Emoji of soul, progetto di Emanuela De Canio e Stefano Volini, riescono nel tentativo di dare voce ad una sorta di diario esistenziale che riesce a parlare di amori andati a male, di bisogno di correre oltre la contemporaneità e in simultanea creare freschezza concentrica all’interno di una musica a tratti minimale, ma sempre composta ed elegante. Suoni blues, soul, dichiaratamente pop, con elementi di funk circoscritto, sono essenziali per comprendere una poetica fatta di sogni e speranze per il futuro. Testi abbarbicati nei luoghi più oscuri della nostra anima si fanno energia vitale nel creare un disco che si muove dalla bellissima apertura affidata a Ginestre fino al finale riuscito di Sola? Ferma! per un risultato complessivo che convince e trova nella modernità un senso necessario per il nuovo costruire.


Brando Madonia – Le conseguenze della notte (Pulp enterteinment)

Le Conseguenze Della Notte

Soppesata visione d’insieme che accarezza un cantautorato leggero a scavare le profondità dei nostri ricordi e dei nostri vissuti in un vortice di sostanziale atmosfera che convince già dai primi ascolti. Brando Madonia riesce, con liriche soffuse sul far della sera, a ricreare ambientazioni che danno un senso al particolare, cercando di fotografare istantanee brillanti e notevoli. Fotografie del tempo che tutto fagocita e nulla lascia ai sogni a venire. Sono dieci raffinati quadretti pop in cui ogni ascoltatore può confrontarsi. Dieci vedute cariche di ombre, luci, oscurità mai dichiaratamente narrata, ma in simultanea cercata nel parlare dei problemi della vita. Da Le particelle elementari fino a Risplendi, passando per le riuscite Io non odio te, Chilometri, Murakami, Ad occhi chiusi con l’attrice Ester Pantano e La tempesta con il rapper L’elfo, il nostro ci regala un diario di vita che parla di contrasti, ascensioni inesorabili e discese, a tratti impossibili, per un risultato finale sicuramente ricco di spunti e buone intenzioni.


Angelae – Sassolini (Alka Record Label)

Sintetiche visioni d’insieme si fanno portatrici di un suono condensato a dovere che riesce ad esplodere all’interno di momenti e situazioni che si fanno portanti e necessarie nel costituire un senso di condivisione profondo con il tutto che avanza. L’album di Angelae, cantautrice padovana, è un insieme di pezzi multisfaccettato, in grado di attraversare un’elettronica di confine che odora di internazionalità e racconta, in modo del tutto personale, la quotidianità esistente. Sono tracce mai gridate, ma magistralmente orchestrate e prodotte. Si passa da una forma teatrale, recitativa, ad un’altra dove l’idea canzone prende vita ricoprendo di sassolini il cammino, la strada da seguire. Nei territori esplorati si percepiscono autrici del calibro di Cristina Donà, Patrizia Laquidara, ma anche di band italiane, ingiustamente sottovalutate, come gli Amycanbe. Sassolini è un album completo e ricco nella forma. Un disco in divenire che profuma di libertà e di nuove forme in sospensione. 


Federico Fiamma – Fuori stagione (Autoproduzione)

Fuori stagione

Musica d’autore impregnata di bellezza si affaccia all’interno del mosso mare dell’animo umano attraverso canzoni che fanno dell’introspezione e della ricerca la chiave raccolta per mescolare la meraviglia e quell’esigenza, sempre reale, di voler costruire oltre le apparenze del momento. Il giovane musicista abruzzese, assistito nella produzione e negli arrangiamenti da Carmelo Pipitone dei Marta sui tubi, da alla luce un album che racchiude al proprio interno una sorta di particolarità costruita per accendere di speranze suoni e volontà cariche di pathos e atmosfera. Propositi in divenire a ristabilire un contatto necessario con la vita di tutti i giorni senza apparire omologato. Sono nove canzoni partorite in tre lunghi anni di chiusura. Pezzi che fanno dell’estetica suadente un punto di certo a favore per il nostro che si muove con disinvoltura da Cambierò fino a Ventidue per un risultato d’insieme multiforme, a tratti emozionante.


Giovanni Peli – Stadio successivo (EdiKiT)

L’approccio, l’ascolto di un disco di Giovanni Peli è sempre legato ad un qualcosa che risiede nella parte più intima di noi e che pian piano fiorisce come essenza naturale un bel giorno di primavera. Un rinascere quindi o più semplicemente un ritrovarsi dopo il turbinio di questi anni avari di rapporti e consuetudinari nel loro incedere. Anni che ci hanno scavati dentro senza però destare alcun minimo sentore di umanità nuova. In preda quindi alla rincorsa verso il nulla migliore c’è ancora chi esige, creando, con rigorosa maestria, dischi cesellati nei particolari delle parole, canzoni anacronistiche, fuori dal tempo che solo il cantautorato migliore può accogliere e riparare. Giovanni Peli scrive libri, cura una propria casa editrice, fa musica. Intreccia l’arte collegandola alla realtà dei sentimenti e dispone, con una certa eleganza, brani profondi che trovano nell’amore e nelle sue molteplici angolature, la chiave di volta per entrare in un sogno fatto di sudore e vita vissuta, di catarsi in evoluzione capace di esorcizzare i mali di questo tempo. Ascoltando Stadio successivo vengono a mente le opere più interiori di Ivano Fossati incrociate alle mutevoli forme di Danio Manfredini per un risultato d’insieme che trova nella bellissima Fede, nella title track, in Consumo e in Limpido, così atteso, nel finale, i punti più alti e viscerali di una poetica davvero importante e ispirata. Stadio successivo è un verboso concepimento cristallino che profuma di maturità scandita dal nostro stare in questa terra. Un disco pregno di capacità e sostanza a ricucire gli spazi che separano il vuoto dei sentimenti.

Per ascoltare e acquistare il disco:

https://giovannipeli.bandcamp.com/album/stadio-successivo

Michele Mingrone – La grande notte (VREC Music Label)

la grande notte Archivi -

Blues, folk rockeggiante infarcito di suoni d’autore profondi ad inabissarsi nel quotidiano per cercare di comunicare una nuova via d’uscita per il futuro che verrà. Il disco d’esordio di Michele Mingrone, chitarrista degli Scaramouche, accende speranze nel voler raccontare soprattutto di un mondo che ha perso la grazia interiore e lasciato all’abbandono più totale, ricerca nella consequenzialità dei giorni, una strada da seguire. Sono dodici pezzi che scavano nei meandri di una società malata e ricercano un proprio migrare nella personale ambizione di voler cambiare l’inutilità di questo nostro tempo infame. La grande notte racchiude il grande spettacolo della vita e trasporta l’ascoltatore attraverso i flutti sopraffini del nostro divenire. Da Poteva essere più semplice fino alla bonus track Jolene il nostro riesce ad inventare un proprio stare che trova conforto nel futuro che verrà.

Fabrizio Consoli – Sessions from detentions (VREC Music Label)

FABRIZIO CONSOLI - Sessions from Detentions (CD, Pre-order 7/04/23) -  Vrec.it

Pennellate in bianco e nero a ricoprire di passione suonata un disco che sembra più che altro un piccolo forziere di tesori da cui attingere significati per il nostro quotidiano in un sali scendi che si fa voce a contatto con il resto dell’eternità nel comunicare un sentimento verso l’assenza che diventa presenza da ricompattare. Fabrizio Consoli in piena pandemia registra queste tracce che si muovono suadenti in solitudine rimescolando le carte in tavole e proponendo vecchi pezzi e inediti con l’aggiunta di piccole perle emozionali come Via con me di Paolo Conte e la popolare You don’t know what love is conosciuta soprattutto per l’interpretazione di Chet Baker. Il nostro regala emozioni partendo da versioni scarne e introspettive dove la voce istrionica e coinvolgente sembra accompagnarci all’interno di una soffitta polverosa e abbandonata allo scorrere del tempo, una soffitta che diventa palcoscenico di vita e cuore pulsante di un mondo in trasformazione. Sessions from detentions è un disco carico di magia e sostanza. Una bella prova che sottolinea la presenza dell’esistere.

Checco Curci – Anche solo per un saluto (Dischi Uappissimi/Nonsense edizioni musicali)

Anche solo per un saluto

Atmosfere notturne che collimano in stati introspettivi all’interno di uno scatolone da trasloco che ingloba l’intera umanità e persiste in un incedere primario raccolto, vissuto, sensazionalmente unico ed esemplare. Il disco d’esordio di Checco Curci è una sorta di capolavoro contemporaneo. Mi capita molto spesso di ascoltare dischi di cantautori e un album così pieno e completo non lo ascoltavo da molto tempo. All’interno ci sono le sfumature intime dei Non voglio che Clara, la poesia di Paolo Cattaneo, la sofisticata ascesa del Battiato migliore. Attraverso l’ironia del disastro contemporaneo, Checco Curci trova la chiave segreta per leggere i sentimenti. Difficile scegliere un pezzo preferito. Tutti sono necessari per entrare all’interno di un quadro omogeneo e ispirato, un quadro d’insieme che vede, come fondamentale presenza, la supervisione artistica di Riccardo Sinigallia a intrecciare l’elettronica con le chitarre, il nuovo che avanza con i fondamentali del passato. Anche solo per un saluto è un album da avere. Un disco che consuma, evolve, ama.

A giant echo – Resins 2 (Autoproduzione)

A GIANT ECHO - Resins 2 - Radiocoop

Atmosfere dilatate danno all’ambiente circostante una sensazione notturna in divenire che calpesta gli angoli di cielo ancora da conquistare per rendere perpetua quella ricerca di bellezza da assaporare e da vivere oltre ogni universo percepito. Il nuovo di A giant echo, all’anagrafe Sergio Todisco, è un disco meraviglioso. Un album che sprigiona l’intimità meglio conservata di un Billy Corgan del periodo Mellon Collie, Adore, incrociato alle malinconie di certi Beatles per approdare in territori tanto cari a geni indiscussi del calibro di Elliot Smith e Nick Drake per un sodalizio con la canzone d’autore d’oltremanica a insaporire tempo e costanza, amalgamando cose necessarie, intagliando costrutti da assemblare nella percezione di un qualcosa di fantastico. Sono parti di un unico insieme. Resine di uno stesso albero. Sentori che vanno oltre le aspettative. Proiezioni di un tempo migliore. Un insieme di validi pezzi che danno valore, sempre più reale, alle meditazioni qui elaborate.