Heat fandango – Reboot system (Bloody Sound Factory/Araghost Records)

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Ping pong emozionale che spreme rock’n’roll ben pompato ad incontrare Velvet underground e intensità sospesa ad incrociare le sfumature dei White stripes e dei BRMC. Disco d’esordio per gli Heat fandango. Disco concentrico e totale che affonda le radici nella quotidianità. Un album fatto di nove canzoni ruvide, abrasive, sempre in tiro e pronte a colpire come sportellata ad ogni ascolto. Reboot system è un azzeramento del nostro credo per condensare, in qualche modo, canzoni che trovano nella propria strada da seguire un senso mai banale a tutto il costruito. La titlte track in apertura, Guilty, Feelings sono le chiavi di accesso per comprendere un album che in modo mai dichiarato apre all’introspezione. Un’introspezione che diventa velocità. Una velocità intrisa di significato. Una velocità che accoglie, scorpora ed estende per un insieme di brani carichi di adrenalina a segnare un percorso che porta nel luogo più lontano della nostra immaginazione.


Kaouenn – Mirages (Atypeek Music/Beautiful Losers/Bloody Sound Factory/Ph 37 SoundLab)

Il Parco Paranoico – Scegli la tua giostra!

Visioni tribali in costante approccio con un recuperare ambientazioni sonore in grado di renderci partecipi di un qualcosa di più grande, di difficile interpretazione, ma contestualmente vicino alla terra che abitiamo ogni giorno. Brani che si dipanano attraverso quel film che si chiama vita a comporre una colonna sonora dal forte impatto musicale e cangiante quanto basta per dare all’intera produzione un senso di motricità perpetua. Il lavoro di Kaouenn è un tracciato immaginario all’interno della nostra anima. Musiche che ti smuovono e non lasciano indifferenti. Odorano di libertà adolescenziale e scannerizzano gli eventi in maniera multisfaccettata tanto da comporre un puzzle di difficile interpretazione, ma nel contempo forte, solido e sicuramente vivo. Mirages racconta di visioni oltremare affacciandosi sulla ragnatela urbana come drone che scruta dall’alto il nostro lento divenire.


Jesus Franco & The Drogas – No(w) future (Bloody Sound Factory)

L'immagine può contenere: 3 persone, persone sedute e cappello

Suoni che si innestano a riff potenti ed essenziali che maturano l’idea di un mondo in dissoluzione pronto a scoppiare da un momento all’altro. Dopo tre anni di assenza dalla scena musicale sono tornati i Jesus Franco & The Drogas con un disco pieno di rumore, caos, sudore e bisogno di inglobare una rabbia per rigettarla al suolo attraverso canzoni emblematiche e cariche di sostanza che diventa ribellione e opposizione sociale, militanza e bisogno di concedere spazi ad un senso comune e condiviso. Punk mescolato al garage senza tralasciare psichedelia e stoner sono gli ingredienti decisi e unici di un rock che trova nei testi e nelle liriche un punto di sfogo e di avversione alle multinazionali e alla globalizzazione. No(w) future è un grido sofferto che ci parla da vicino, è un vapore che penetra e sostiene, un’idea di fondo necessaria per andare oltre le consuetudine e parlare, con voce nuova, dei problemi di questo tempo. 


Palmer Generator – Natura (Bloody Sound Factory/Brigadisco)

Continua la ricerca sonora in ambient famigliare per i Palmer Generator attraverso l’inclusione di suoni dal sottobosco che disorientano e permettono di percepire evoluzioni quasi in sordina, ma ben calibrate ristabilendo la forza necessaria per dare la vita ad un suono nuovo, un suono mutevole e cangiante pronto a spiazzare e nel contempo in grado di farci trovare la strada più sicura verso casa. I quattro pezzi proposti compongono concetti esistenziali e si rapportano ad una contemporaneità basica che trasforma l’invettiva e costruisce ponti immaginari e architetture desuete in cambio di una psichedelia che affonda gli approcci dinamici in un turbinio della notevole durata, costantemente immerso in un viaggio pensante che sembra non avere mai fine. La prova è di certo interessante, si respira un post pieno di sfumature ed elettrico quanto basta per scuotere l’animo dell’ascoltatore più distratto in un’accensione di colori virati in un bianco e nero necessaria e unica. 


Jesus Franco & The drogas – Damage Reduction (Bloody Sound Fucktory)

Garage punk che strizza l’occhio ad un rock in evoluzione, vibrato, atteso e ricercato, sprezzante delle apparenze e intento a consegnare un vinile di quattro tracce, un ep dai toni cupi e incrostati di certezze, per mutazioni caleidoscopiche elettrizzanti, con distorsioni aperte a dismisura per rendere istantaneo e immediato un album  che si distingue per efficacia e naturalezza, quasi live.

Dieci anni di attività e per festeggiare questi quattro brani che racchiudono la strada percorsa e i passi affiancati all’evoluzione, un sostegno ideale per affermare ancora una volta la potenza di questa band che dopo un anno mezzo di distanza da Alien Peyote, divora la scena grazie a storie surreali, ambientate in uno sconfinato deserto americano/messicano tra Dead Kennedys e Tom Verlaine con i suoi Television: anfratti musicali mastodontici eppure compiuti e riusciti.

Una band che ha saputo raccogliere l’eredità del tempo per consegnarla in modo brillante al futuro che verrà, lasciando da parte tutti gli orpelli immaginabili, rimarcando la scena con una prova di impatto e di sicuro effetto, una manciata di tracce per viaggi onirici e infernali.