Continua la ricerca sonora in ambient famigliare per i Palmer Generator attraverso l’inclusione di suoni dal sottobosco che disorientano e permettono di percepire evoluzioni quasi in sordina, ma ben calibrate ristabilendo la forza necessaria per dare la vita ad un suono nuovo, un suono mutevole e cangiante pronto a spiazzare e nel contempo in grado di farci trovare la strada più sicura verso casa. I quattro pezzi proposti compongono concetti esistenziali e si rapportano ad una contemporaneità basica che trasforma l’invettiva e costruisce ponti immaginari e architetture desuete in cambio di una psichedelia che affonda gli approcci dinamici in un turbinio della notevole durata, costantemente immerso in un viaggio pensante che sembra non avere mai fine. La prova è di certo interessante, si respira un post pieno di sfumature ed elettrico quanto basta per scuotere l’animo dell’ascoltatore più distratto in un’accensione di colori virati in un bianco e nero necessaria e unica.
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Julie’s Haircut – The Wildlife Variations (Trovarobato e Woodworm)
Ritorno, dopo 3 anni, sui palchi di tutta Italia, per i Julie’s Haircut con l’album “The Wildlife Variations”.
Il gruppo, già presente dalla metà degli anni novanta, risulta essere più maturo nelle sonorità e nell’approccio ai testi sia a livello di contenuto che di comunicazione.
L’album è una miscela eterea di suoni alchemici magistralmente fusi in un suono unico e riconoscibile, ep che si accinge a fare da preambolo al disco vero e proprio che uscirà a fine anno.
4 canzoni che parlano dell’uomo alle prese con la natura, del rapporto tra magia e scienza; il tutto condito da numerose citazioni come in “Johannes” dove Keplero è inteso come personaggio emblematico accompagnato dalla teoria della “musica universalis”.
Questo infatti è l’universo dei Julie’s Haircut, parte intrecciata di un mondo diviso dal male e dal bene, dall’uomo e dalla natura appunto.
In rigoroso silenzio si attende il finale, mosso dalla splendida “Bonfire” e dalla degna coda di “The marriage of the sun and the moon”.
Heidegger si alza in piedi e applaude, sorridendo alla luna.