Ella Nadì – Nel bene e nel mare (Autoproduzione)

Nel bene e nel mare

Assicurarsi un posto vicino al cuore di chi ascolta non è sempre facile. Le produzioni odierne sono in costante cambiamento e soprattutto sono innumerevoli e variegate. Il disco di Ella Nadì è una piccola perla che brilla di luce propria, un album fatto di sussurri e introspezioni malinconiche graffiate da una voce incisiva e mutevole, pronta a modificarsi come fanno le maree in un saliscendi emozionale fatto di passione e bisogno di parlare al mondo con il linguaggio della bellezza. Sono undici tracce intrappolate da un’Intro e da un’Outro, in mezzo i colori variopinti delle emozioni umane che scavano in una sorta di diario di vita pronto a lasciare il segno. Onde del mare, Altalena, Mani piccole, Mentre mi dormi accanto sono alcuni degli episodi più riusciti di un disco personale e particolare, un disco cantautorale dove il pop incontra la strada dell’evoluzione.


Marta Dell’Anno – Tempo di metamorfosi, di Sante e di Madonne (Controra Records di MID SIDE aps)

MARTA DELL'ANNO - Tempo di Metamorfosi, di Sante e di Madonne - Radiocoop

Puzzle emozionale cucito addosso allo scorrere del tempo in grado di amplificare vedute all’interno di un diario di vita dove sensazioni, stati d’animo, momenti che non torneranno più si incrociano per inglobare strade di mondo, strade di vita, strade di un essere oltre ogni cosa. Il nuovo di Marta Dell’Anno, il settimo disco per la precisione, è un lavoro stratificato capace di mescolare lingue e vissuti all’interno di un sentiero perennemente in salita, ma ricco di soddisfazioni, dove jazz, musica d’autore, world music, prog si fondono per creare una sorta di magia da respirare. Dodici acquerelli disegnati attorno ad un accostamento cromatico fatto di vicoli baciati dal sole, notti infinite e poesia in musica che convince per solidità e maturità raggiunta nel corso del divenire. Tempo di metamorfosi, di Sante e di Madonne non è solo una lezione di stile,  come potrebbe ricordare, per certi versi, la musica della nostra, ma piuttosto un’esigenza interiore di raccontarsi amalgamando l’originalità con quel qualcosa in più tipico di chi la musica oltre che farla, la sente.


Roberto Benatti – Aspettando Ribot (Autoproduzione)

Aspettando Ribot

Incrocio reale tra Lolli e Cohen passando per Fabrizio De André in un’intimista e onirica prova fatta di sudore, parole sussurrate e introspezioni che sfociano all’interno di mari in tempesta pronti a calmarsi in qualsiasi momento per poi ripartire più fragorosi che mai. Aspettando Ribot è un disco di rimpianti, in parte. Un diario intimo e soggettivo che ricerca, nella metamorfosi, un ineguagliabile mondo in dissoluzione. Roberto Benatti, contrabbassista alla Scala di Milano, ci regala una visione del tutto personale e autobiografica di un universo fatto di paesaggi mutevoli e cangianti. Mondi costruiti attorno alle piccole cose, ai contesti di ogni giorno, alla vita simultanea e condivisibile che diventa perpetua e si affaccia sul nostro crescere, sul nostro costruire elementi portanti da qui al futuro. Dalla title track fino a Brivio il nostro gioca con le parole dipingendo dodici quadretti di vita famigliare tra un velato acquarello e una materica costruzione esaltante fatta di vissuti che lasciano il segno.



 

Guido Festinese, Paolo Gerbella, Maurizio Logiacco – Schiena dritta. Per Gianmaria Testa (Squilibri)

Festinese, Gerbella e Logiacco, Schiena Dritta. Per Gianmaria Testa

Opera sopraffina, umile, ma non per questo modesta. Un disco che accarezza e riscalda, rende parteci di un tutto di difficile narrazione che diventa meta-poesia e lucentezza da accogliere e custodire per i giorni a venire. Un album cesellato sui ricordi. Quei ricordi che inglobano la figura del grande Gianmaria Testa e qui rivissuti da un ensemble di musicisti importanti e la partecipazione unica di Paolo Fresu. Un progetto che unisce i testi e le canzoni di Gerbella, le fotografie di Maurizio Logiacco e i racconti di Festinese, a ricondurre il pensiero all’interno di momenti aspri e nel contempo leggeri, universi paralleli che collimano in un punto preciso chiamato Amore verso un qualcosa che non ha confine. Preziosi momenti che come diamanti incastonati riescono a recuperare il tempo perduto interiorizzandolo in canzoni che diventano pezzi di vita ed esigenza di uscire allo scoperto come valvola di sfogo necessaria. Mille pezzi veri, Gli alberi di canto, Ulisse, Denso, Il costruttore, Stazioni, sono solo alcune delle meraviglie da ammirare. Un omaggio quindi che diventa memoria, un velo di nostalgia dentro la tasca di un qualunque mattino.  


Letizia Brugnoli – Crystal flower (IRMA Records)

LETIZIA BRUGNOLI: esce il nuovo album “CRYSTAL FLOWER”

Sovrascritture melliflue intensificano visioni di bellezza nel complicato mondo dei sentimenti umani perpetuando un chiarore e un’esigenza che si fa presenza ad incrociare stili musicali di diversa estrazione e lasciando all’ascoltatore quel senso di nostalgia e di meraviglia che ingloba l’universo intero. Ritorna Letizia Brugnoli con un disco che traccia sentieri reali ad affacciarsi su di un oceano di intenzioni suonate che ammaliano e appaiono sincere e stratificate. C’è il jazz, il lontano Brasile e i suoi ritmi.  Un desiderio innato di recuperare il tempo perduto attraverso visioni necessarie di una musica che parte dal cuore, come sfogo personale e poi si apre ai giorni a venire. Ecco allora che si sciolgono pezzi come la stessa title track, Nostalgiazz, Agua de maio, Le stanze segrete, a dare una visione complessiva di un tutto che convince fin dal primo ascolto. Crystal flower è un elegante desiderio inespresso che produce grazia e fascino e ricrea atmosfere, a tratti, indimenticabili.


Mafalda Minnozzi – Natural Impression (MPI)

Natural Impression - Mafalda Minnozzi

Continua la rivisitazione interiore di Mafalda Minnozzi a scomporre e ricomporre grandi classici della musica mondiale rivisitati per l’occasione attingendo stile da un suono brasiliano che ricerca, nelle sfumature, la chiave introspettiva per donare colore alle tracce proposte. Un percorso quello di Mafalda. Una strada perennemente in salita, ma in grado di regalare soddisfazioni concentriche ed eteree. Un risultato d’insieme dove anche i vuoti hanno il loro significato complementare e dove il continuo bisogno di mettersi alla prova è elemento tangibile per un risultato egregio e notevole da innumerevoli punti di vista. I musicisti di fama internazionale presenti nel disco riescono a completare un’opera che diventa omaggio e costruzione di intenti. Pezzi come Águas de março, Carnival, Coração vagabundo, Estate, E penso a te, diventano strutture imprescindibili per comprendere una poetica che dipinge e vive di luce propria. Un disco caleidoscopico dove la qualità diventa bravura infinita da contemplare.


Mike Spine and the Underground all star band – Guided By Love (Global seepej records)

Guided by Love | Mike Spine and the Underground All Star Band | Mike Spine

Un viaggio identitario che scava nelle profondità di un’America fatta di contraddizioni. Un sentiero inesplorato carico di emotività e introspezione che ci porta a scoprire una voce underground capace di lasciare il segno, interpretando, a gran voce, un’esigenza costante di cambiamento attraverso una maturità perennemente conclamata. Il nuovo di Mike Spine, per l’occasione coadiuvato da importanti musicisti della scena del sottosuolo americana, scivola all’interno di una metropoli in dissoluzione narrando di momenti, situazioni, costruzioni che si aprono a nuovi spunti di riflessione, a nuove esigenze di trasformare il passato in qualcosa di maledettamente attuale. Guided by love è un album che brilla di luce propria. Un incrocio tra alternative e cantautorato mescolato ad un country contemporaneo e capace di illuminare la scena attraverso pezzi che diventano colonne portanti nel raccontare storie di città abbandonate allo scorrere dei giorni, per un risultato d’insieme che profuma di purezza e autenticità.


Don Antonio – Lacosta (Crinale Lab)

Fondatore dei Sacri Cuori, Antonio Gramentieri, in arte Don Antonio, ci regala una prova emozionale dove la destrutturazione della forma canzone diventa punto unico e invitante per dar vita ad una consequenzialità di intenti che si sviluppa all’interno di un’introspettiva semplicità che colpisce per immediatezza, coraggio e forte senso della prospettiva che diventa ricerca inusuale e minimale del nuovo che verrà. Sono le radici che fanno la differenza, il bisogno di raccontare, attraverso la musica, una terra devastata da questo tempo. La sensazione, per l’ascoltatore, di essere parte di un tutto, di un qualcosa che via via sembra definirsi, una messa a fuoco sincera, unica e disponibile che diventa narrazione dell’umano a costruire certezze nell’indefinito universo in cui viviamo. Brevi pezzi, frammenti, tracce di ciò che è stato, un omaggio ad un’esistenza che si fa accoglienza composita nel ridefinire un equilibrio interiore, uno stato di bellezza da perpetuare.


Arpioni – Rido e piango che non si sa mai – Jannacci secondo noi (Autoproduzione)

Jannacci secondo noi - Rido e piango che non si sa mai

Esemplare e sudata meraviglia che si affaccia alla contemporaneità incentrando uno studio che diventa emblema di un passato da scoprire e da rivalutare attraverso un’intensa ricerca che diventa asse portante di un album ricco di sfumature e bellezza da percepire. Gli Arpioni utilizzano lo ska, il reggae, una sorta di blues cantautorale per costruire una rivisitazione unica del repertorio di Enzo Jannacci. Non semplici cover, ma vere e proprie reinterpretazioni che si fanno materia preponderante nel dare anima e corpo ad un’impresa specifica nella forma, personale nella visione d’insieme. Un album scanzonato e nel contempo intelligente, come la musica di Jannacci ovviamente. Sorridere con la testa, sorridere alla vita questo è il significato che i nostri riescono a trasmettere nel sedimentare non un semplice tributo, ma una vera e propria occasione che diventa ponte generazionale nel dimostrare e nel mettere in scena un teatro che non conosce età e che si confronta inevitabilmente con la realtà di tutti i giorni. Bravi davvero.


Gero Riggio – Etere (Carioca Records)

ETERE

Pop ben raccontato a cucire trame in sospensione che mantengono forme e colori perpetuando una sorta di poesia dell’anima capace di svilupparsi oltre le abitudini e approfondendo l’idea di compiutezza che passa attraverso suoni stilisticamente calibrati. Il nuovo di Gero Riggio, cantautore palermitano, è un disco pregno di canzoni che si affacciano sulla quotidianità e in simultanea diventano diario di vita da cui estrarre pezzi di mondo da conquistare. Etere è una rincorsa, un vento leggero che diventa necessario mezzo di trasporto per entrare negli anfratti oscuri del nostro io cercando forme di sospensione che diventano necessaria comunicazione reale. Dall’intro lasciata a Risveglio fino a Hiroshima passando per la stessa title track,  Sempre gli stessi, Trame, il nostro riesce a condensare minuti preziosi diventando narratore di un momento, di un desiderio inespresso, ma compiuto, che probabilmente non tornerà mai più.