ULI – Black and Green (WasabiProduzioni)

Il folk del futuro è qui, in questo disco, dove la contrapposizione tra il bianco ed il nero si trasforma in forme e tonalità di verde profondo che regalano all’ascoltatore incursioni letteralmente elettroniche e accennate in un contesto che sa di fanciullezza svanita e ambizioni importanti, chitarre acustiche inframmezzate da elettricità costante, mai banale, dove le strutturazioni sonore sono paesaggi per l’anima e dove l’ambientazione rende ricca l’idea di una vera ricerca verso nuove finalità; il mondo che non ti aspettavi è proprio qui dentro, dentro alla mente di questa giovane ragazza che riesce a combinare in modo sapiente il dream pop di band culto come Lali Puna per passare a Bat for Lashes e i primi album di Bjork, strizzando l’occhio al minimal folk americano e ad un contesto fertile di nuove espressioni che si evincono già nelle sofisticazioni della traccia d’apertura per arrivare a quella Hicks Y Z che è un finale, ma anche un inizio per ciò che di meglio ancora dovrà venire.

Un disco pop che va oltre il pop, in un susseguirsi fervido di immaginazione e colore, significati da smembrare e ricomporre, quasi fosse il puzzle della nostra esistenza.

Case di Vetro – Sete (Marsiglia Records/DgRecords/Wasabi Produzioni)

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Le Case di Vetro sono alla ricerca di un loro modo di fare musica, uno stile che vuole andare oltre il già sentito, contaminando di capacità duratura diversi sottogeneri che abbracciano sia le produzioni migliori alternative degli anni ’90 sia quel gusto per l’elettronica non esagerata che accomuna dischi di nuova fattura.

Le Case di Vetro si mettono in gioco, sono cinque ragazzi di Genova, che percepiscono i mutevoli cambiamenti umorali per consegnare una prova che prende forme diverse ad ogni ascolto intascando  atmosfere che si dipanano tra post rock sognante, passando per lo shoegaze e la passione per l’alternative del fine secolo precedente in un continuo intreccio di artistiche presenze che si rendono partecipi di un qualcosa di grande.

Il grande che i nostri stanno costruendo fa parte del viaggio che interessa ognuno di noi, i cinque abitanti del nostro tempo alle prese con vicissitudini e sistemi da abbattere, consapevolezza sonora in cerca di un proprio stile che apre ai canali introspettivi dei Radiohead, passando per Flying Saucer Attack e il gusto per la poesia che si esprime nella sua alta concezione di parola in musica nei cinque pezzi che compongono questo EP.

Sete sembra tutto ciò di cui abbiamo bisogno, è l’eterno tornare di una fonte vitale alla città natale, è il costruirsi per essere migliori, è quel bagno lungo una vita che ci rende capaci di affrontare immagini di un tempo che verrà, trasportati dalle onde come gabbiani nella tempesta.