BS Bone – Cerberus bone (Overdub Recordings)

Copertina

Suono definito, potente e corposo ad inglobare anfratti celati e a sprigionare energia discostante ad ogni rappresentazione messa in musica. Il nuovo dei BS Bone concentra una potenza rumorosa e fragorosa all’interno di un percorso fatto per colpire intraprendendo un cammino fatto di polvere e sudore, di mete da raggiungere e passi nell’ombra che incontrano la parte più oscura di noi. Un rock dalle tinte dark alternative dove una sorta di parlato viscerale diventa emblema necessario per costruire derive post rock che trovano nelle parti strumentali punti nevralgici ad incastrare sogni e bisogni futuri. Nove pezzi che non lasciano spazio al respiro unendo forza interiore nel creare melodie che profumano di già sentito e rendono, in parte, più semplice e confortevole l’ascolto. Da Wayward fino alla bellissima Suicide journay i nostri riescono a creare un album interessante e sospeso, una sorta di pugno diretto allo stomaco lanciato da una forza alquanto misteriosa e accattivante.


Sarneghera? – Il varco nel vuoto – Tales fron the lake Vol.2 (Overdub Recordings/I dischi del minollo)

Disco EP a metà strada tra musica e racconto che diventa naturale prosecuzione del primo episodio, del primo volume che vede la band Sarneghera? continuare una sorta di percorso concettuale da cui attingere per dare continuità agli elementi fantastici e dipinti nel corso della propria carriera musicale. Secondo capitolo di una trilogia discostante e cerebrale, un album che si fa meta narrazione, intensificando, con robustezza, un suono hardcore tumultuoso e inglobato all’interno di una tempesta pronta a colpire ad ogni angolo di mondo conosciuto. La musica dei Sarneghera? suona incontrollata e incazzata, è altamente impattante e permette all’ascoltatore di entrare all’interno di un microcosmo dove l’identificazione sostanziale con un qualcosa che sta crescendo, in divenire, diviene parte importante per comprendere il senso di un concept amaro e dirompente. Il varco nel vuoto è un salto metafisico, un’ottima unione tra significati da veicolare e una musica con un preciso e definito obiettivo.


 

Cannibali commestibili – Dio sta invecchiando male (Overdub Recordings)

Dio sta invecchiando male

Randellate di potenza sonora cosmica ad imbracciare l’arma per la fine del mondo in un vortice di incontrollato bisogno di restringere l’inutilità per dare sfogo siderale al nuovo che avanza. Ritornano i Cannibali commestibili con un disco che non si risparmia, ma che piuttosto trova in un mood diretto e senza peli sulla lingua la chiave di interpretazione di una realtà, a volte, troppo contorta per essere rappresentata. Un rock abrasivo che attinge qualche soluzione anarchico-punk pur restando per indole un album duro e capace di denunciare una società malata, un universo da cui trovare, giorno dopo giorno, le giuste distanze. Dio sta invecchiando male è una denuncia totale che si respira in tutte le sei tracce proposte. Da Scimmie fino a Il finale, passando per la title track, Cimice, Vodka economica, Ballerine splatter ad intavolare discorsi diretti per un suono che arriva dritto dritto in fondo al buio dentro di noi.


Cosmedia – Dal momento che (Overdub Recordings)

Rock tagliente ed abrasivo capace di introdurre elementi di post punk sporcato dagli anni novanta attraverso una contaminazione sincera che si incastra perfettamente come costruzione emozionale da cui attingere elementi in dissoluzione. Ascoltare i Cosmedia è un po’ come sentire le poesie di Federico Fiumani e dei Diaframma. Un canale di sfogo emotivo dove il non sentirsi parte diventa punto essenziale da cui partire per creare otto quadretti musicali omogenei e sospesi nel dare forma alle insicurezze della vita, a quel discostante bisogno di trovare una case nelle relazioni umane. Ecco allora che da Impossibile da amare si passa a In discoteca procedendo poi con le riuscite Marzo ed io, Jacopo, fino ad arrivare a quella Puzzle nel finale che sembra dare un senso reale all’intero disco creato. Dal momento che è un album intimo che suona come un grido nel panorama odierno della musica italiana. Un insieme di pezzi che profumano di passato pur mantenendo lo sguardo rivolto al futuro che verrà.