Il silenzio delle vergini – La chiave di Berenice (Resisto/I dischi del minollo)

Dark wave fuori controllo per il quarto album della band bergamasca ad intessere movenze che prendono lo stomaco e attanagliano l’ascoltatore grazie ad un saliscendi emozionale che trova nell’estremo bisogno di interiorizzare il momento la chiave di volta di un’intera produzione. Quarto album che cattura e non distrae. Tiene bene incollati e cerca, nelle tempeste dell’esistenza, una parte di terreno fertile da conquistare attraverso canzoni che scavano nel profondo e provano, grazie ad un’integrità mai celata, di penetrare la carne fino all’anima. Sono dieci pezzi che parlano di vita e di morte, parlano di rapporti e di persone, delle loro esistenze, del loro esistere oltre ogni stereotipo quotidiano. Quello che ne esce è un affresco carico d’amore nei confronti di un suono e di una ricerca testuale che non smettono di migrare verso territori lontani. Un album vero e tangibile che parla di vissuti e compartecipazione, di tristezza e luce.


Mizula – Mizula (Resisto/I dischi del minollo/Tazzina dischi)

Mizula - Mizula - Album, acquista - SENTIREASCOLTARE

Atmosfere suggestive che entrano all’interno della carne consegnandoci una parte di cielo da rasserenare attraverso atmosfere di rock desertico che prendono il sopravvento e riescono a penetrare nel nostro io come mai prima d’ora. Sembra la colonna sonora di un noir italiano. Una colonna sonora che strizza l’occhio al Badalamenti di Twin Peaks in un ritratto di oscure materie che cercano ogni giorno una nuova luce per poter apparire di nuovo, poter apparire chiare e trasparenti come non mai. L’oscurità però la fa da padrone in Mizula. Un’oscurità magnetica e bellissima che sa regalarci tracce come il singolo d’apertura Infiniti blu per proseguire poi con China, Amico, parole, Gentile è il vento in un’estasi mistica incredibilmente dipinta con i colori migliori che ci portiamo dentro. Prodotto da Marco Fasolo dei Jennifer Gentle e degli I hate my village questo album è un concentrato di lenta poesia che ammalia e risplende di luce propria.


Clov – Every love story is a death story (I dischi del minollo/Hysm?)

Every love story is a death story - Clov

Puzzle magmatico e mai circoscritto che intesse trame sostanziali che accomunano il nostro stare al mondo con la manipolazione simultanea di musica, oggetti, suoni per un risultato d’insieme a tratti eccitante. Il disco di Clov, all’anagrafe Piero Prudenzano, ha il profumo della psichedelia lo-fi che costringe l’ascoltatore ad entrare all’interno di un labirinto di coscienza che come flusso si fa storia regalando emozioni ascolto su ascolto. Every love story is a death story parla di amore e di morte. Parla delle innumerevoli possibilità che riserva la vita e inevitabilmente racconta di circostanze e azioni, racconta di quel tempo che abbiamo perso e di tutto quel tempo che abbiamo guadagnato vivendo la nostra realtà e attraversando le peripezie dell’amore. Clov fa un affresco strampalato di tutto questo creando un insieme di tracce compositivo e a tratti altamente corrosivo.


Marcello Capozzi – Offshore (I dischi del minollo)

OFFSHORE

Musica introspettiva cantautorale che ingloba carne e pensieri riuscendo a ricevere elementi di profondità perpetua che accatastano segnali d’anima incompresi, segnali d’anima che raccolgono speranza in quello che un giorno mai avremo. Il disco di Marcello Capozzi scandaglia i vissuti e richiama l’attenzione attraverso un uso sapiente della parola che si fa racconto, elemento del reale, vita. Ci sono contrapposizioni sonore che amplificano un’elettronica leggera a far da sfondo ad una poetica che diventa quotidianità per canzoni che ben si amalgamano da Modello 730, Dei miei stivali, Anelli siderali, per arrivare ad una title track che è forse la summa dell’intero disco. Un album fatto di tre momenti. Tre stagioni a segnare un cangiante eterogeneo momento creato e custodito da un suono affascinante e tutto da scoprire.


Augustine – Proserpine (I Dischi del Minollo)

Recensione: Augustine - Proserpine

Elementi naturali si fondono con un cantautorato maturo ed essenziale ricoperto di personalità e capace di scavare a fondo guardando alla bellezza della ricercatezza in modo originale. La musica di Augustine, all’anagrafe Sara Baggini, racchiude i segreti più reconditi di una musica fuori dal tempo, una musica che si sazia di input provenienti dall’esterno nel tentativo di dare vita, di dare luce ad architetture e sovrastrutture che si fondono con l’orizzonte, si fondono con un suadente dark ad incamerare momenti che non torneranno più. Una sorta di unplugged leggermente elettrificato dove la voce è in primo piano a raggiungere altitudini inesplorate. Un cammino oscuro che apre alle nebbie interiori cercando di aggrappare passione e talento al filo sottile che ci lega, al filo sottile che attraversa i nostri sogni più nascosti. Quello che ne esce è un album davvero esaltante. Un album dove la solitudine e il mistero sono elementi primari di una musica in divenire.


IFasti – Tutorial (I dischi del minollo/Scatti Vorticosi Records)

album TUTORIAL I Fasti

Bruciare le tappe esistenziali per lasciare spazio a pugni nell’aria e scuotimenti verticali in grado di coniugare parlato e beat, parlato e rock in un sodalizio alla Massimo Volume che ingloba Il teatro degli orrori e i CSI diffondendo peripezie in evidenti fondamenti viscerali. Peripezie sovradimensionali che schiaffeggiano con potenza incontrollata un’energia diffusa a parlare di questa società sbagliata. Tutorial è un insieme di pezzi da meditazione suburbana capaci di attraversare in modo ruvido e sporco le strade di questa vita incompresa e mai pienamente raccontata. Un album sincero e oltretutto verboso a parlare di sinteticità nascosta e nel contempo capace nel partecipare ad un qualcosa di più grande e in via di definizione. Stupenda L’umanità migliore ad aprire il cammino. Ionoi, Lamore, Bomba, Meritiamo sono altre visioni di un pensiero condiviso. Un mondo capovolto, ma necessario. Un mondo qui raccontato con la poesia che nella metrica del racconto trova il proprio punto di svolta, il proprio angolo di cielo su cui atterrare.


Northway – The Hovering (I dischi del Minollo)

Northway: The Hovering - 25 settembre 2020 - Fotografie ROCK

Perpetuare suoni a rincorrersi  nell’etere alla ricerca di un posto di cielo da occupare tra aerei a incandescenza e prototipi spaziali per altri pianeti. Sono tornati i Northway a dare una lezione di post rock incentrato sulla profondità della sostanza che attanaglia atmosfere e ricerca negli anfratti più segreti del nostro io un’incandescente visione concentrata e mai finita. The Hovering è un viaggio attraverso l’aria che ci rappresenta. Un rimanere sospesi attraverso le sfaccettature della vita. Un rimanere sospesi guadagnando di significato e  considerando il mondo circostante come punto di partenza per elettrizzanti cavalcate sonore. Non solo post rock quindi, ma anche psichedelia a rincorrere centri di gravità perpetua in pezzi come Point of Nemo, l’introspezione malinconica di Hope in the storm fino all’intemperie da superare in Deep blue. Un disco pregno di carattere evidenziato da una compostezza di fondo gravida di buone intenzioni per una visione d’insieme davvero sorprendente.


The incredulous eyes – Mad journey (I dischi del minollo/Furtcore Records)

THE INCREDULOUS EYES - Mad journey - Radiocoop

Architettoniche visioni conturbanti che mescolano movimenti e introspezioni ad un’alternative concentrico in grado di sbattere la faccia sul muro della quotidianità per rimescolare le carte in tavola e dare un senso diverso al mondo circostante. I The incredulous eyes ci regalano una prova davvero sorprendente, fuori da qualsiasi schema lessicale e musicale, ma capace di dare sostanza ad un’energia sempre nuova che incrementa la creatività e lascia spazio a tanta improvvisazione. Il trio attivo da più di dieci anni mette in musica un concept che parla di un viaggio. Racconta di uno scienziato, di una cura insperabile contro il cancro. Racconta di un popolo alieno e quel bisogno di far ritorno verso la propria casa nel tentativo di render miglior quel poco che resta. Il disco in questione racconta di uno scrutare interiore raccogliendo pesanti fardelli e occupando di fisicità la bellezza di questo migrare eterno.


Il sistema di Mel – Addosso (I dischi del Minollo/Scatti vorticosi)

album Addosso - Il sistema di Mel

Disco secondo o forse terzo per la band già conosciuta negli spazi di Indiepercui. La formula però diventa più ricercata con questo Addosso. La formula diventa più matura attraverso un linguaggio che diventa presa diretta per i nostri giorni amplificando vedute attraverso coscienze neuronali che passano, calpestano ed esplodono grazie ad un concentrato naturale di polvere e bravura, di rumori necessari e potenza sempre più incontrollata. Addosso è un movimento di non curanza, un movimento che diventa pugno allo stomaco in salsa post rock capace di esprimere, oltre i confini, una fede ruvida e sincera in grado di attraversare la realtà per come la conosciamo. Otto canzoni veloci. si parte con Versatile si finisce con la title track per un album generoso d’insieme e capace di andare oltre lo spazio e il tempo per come lo conosciamo, affermando, grazie a larghe e ampie vedute, uno sbocco d’aria sicuro.


Ezekiele – Da un fiocco di neve nasce la valanga (Scatti Vorticosi/I Dischi del Minollo)

album DA UN FIOCCO DI NEVE NASCE LA VALANGA - EZEKIELE

Visioni alla Offlaga intessono trame e costringono l’ascoltatore ad entrare in un mondo, il nostro mondo schiaffeggiato a dovere e denunciato in ogni sua parte. Il disco degli Ezekiele è una bomba. Un pugno allo stomaco potente contro la modernità e la facilità dilagante. Un insieme di tracce che riesce ad aprire gli occhi oltre le nebbie dei nostri istinti concentrando una forte ammirazione nei confronti di un parlato che diventa sodalizio elettronico e altamente contagioso. I brani non passano di certo inosservati e tutti riescono ad avere una forte connotazione e una grandiosa anima interna. Pezzi come Rapine e ferimenti, Un asino che vola, La scuola, Il lavoro fanno da descrizione di questi nostri tempi. Da un fiocco di neve nasce la valanga è un album, ai giorni nostri, necessario, carico e potenzialmente unico.