AGA – Imagine (Drummer caffè)

Prodotto elettronico mutevole e cangiante attanaglia l’ascoltatore grazie a sedimentazioni rock che diventano pop imbrigliando di luce un suono ben cesellato e sicuramente di grande effetto. Il terzo disco di AGA, all’anagrafe Alessandro Antolini, è un concentrato di musica autorale che si sposa inevitabilmente con un qualcosa di arcano, celato, portatore di elementi compositi che ricordano la scena indie rock degli anni duemila dai Bluvertigo ai Sux! di Giorgio Ciccarelli. Il risultato è una corsa amalgamata agli stilemi contemporanei nel tentativo di descrivere intrecci di vita, istanti, amori in dissoluzione, giorni andati a male. Imagine è pura contemplazione e specchio delle nostre vite. Un album che suona a tratti rarefatto, a tratti diretto, per un insieme dipinto capace di smuovere il nostro tutto già in partenza definendo poi gli indefiniti arrivi e ricostruendo, lungo il percorso, una sorta di strada che conduca verso casa.


Armando Cacciato – Lo stato delle cose (Circuitisonori)

Profumo di realtà mai edulcorata, ma piuttosto sintetizzata e riproposta attraverso una riscoperta degli anni ottanta e di quel pop non da classifica, ma ricco di sfumature e intelligente vitalità che sa donare spazi di ricerca e nuove soddisfazioni da intraprendere. Il disco di Armando Cacciato raccoglie ciò che è stato grazie ad un suono coinvolgente e grazie anche ad un lirismo di facile presa che si può percepire in tutte le dodici tracce proposte. Fusioni di melodie d’oltremanica raccolgono l’eredità del cantautorato italiano, Battiato e Graziani su tutti, per un risultato d’insieme fresco e nel contempo graffiante, capace di smuovere quel qualcosa dal di dentro che inevitabilmente diventa parte essenziale di questo nostro costruire. Lo stato delle cose è forma e sostanza. Un’idea di musica che porta con sé l’entusiasmo e la passione di chi ancora crede che tutto questo sia materia essenziale per comunicare.


Nova sui prati notturni – Quante stelle (Lizard Records)

Nova Sui Prati Notturni

Visioni siderali amplificano le sensazioni strumentali di una band rodata e capace, da sempre, di scrivere emozioni figurate all’interno di un vortice di pregevole fattura che dimentica le mode e trova una propria corrente espressiva nell’intricato universo della musica italiana. Tornano i vicentini Nova sui prati notturni con una prova che profuma di rinascita e nel contempo capace di descrivere sensazioni e atmosfere all’interno di un cortometraggio fatto di immagini espressive che racconta di un viaggio vissuto e interiorizzato dall’artista visivo Pietro Scarso e da Giovanna Carlotto. Un viaggio allucinato e allucinante che corrode in modo viscerale frammentando attimi che si fanno ricerca verso un mare calmo prima del ritorno, prima della sera. Sono cinque brani a comporre concentrazioni neuronali che dimenticano e tralasciano il presente per proiettare l’ascoltare in una nuova realtà costruita e dilatata. Cinque pezzi tra l’etereo e l’impetuoso a segnare, ancora una volta, la bravura di una band che ha fatto della qualità il proprio marchio di fabbrica.