Wires on Moon – Wires on Moon (Sounzone)

Wires on Moon

Dream pop incastonato e prezioso capace di condensare attimi importanti all’interno di una musica che diventa substrato emozionale in grado di inghiottire elementi di disturbo e riportando, ad una forma primordiale, l’etereo paesaggio dell’anima che risiede dentro di noi. Il duo toscano dei Wires on Moon concentra una musica siderale negli anfratti compositi del nostro stare, ad inspessire una psichedelia di fondo che raggruppa parti mancanti riconducendole ad un’unica interpretazione in rilievo. Musica da cinema suonata e sussurrata. Colonna sonora che dilata spazi e universi disponibili intrecciando melodia e perlustrazione quotidiana di un mondo in divenire. Sono ricordi imbrigliati in polaroid mai dimenticate. Sei pezzi in dissoluzione che fanno i conti con il nostro passaggio guardando al futuro con una sorta di rimpianto verso ciò che è stato. Wires on Moon è un album stratificato dove ogni singolo elemento compone un puzzle virato seppia da assaporare per il resto dei giorni.


Arpioni – Rido e piango che non si sa mai – Jannacci secondo noi (Autoproduzione)

Jannacci secondo noi - Rido e piango che non si sa mai

Esemplare e sudata meraviglia che si affaccia alla contemporaneità incentrando uno studio che diventa emblema di un passato da scoprire e da rivalutare attraverso un’intensa ricerca che diventa asse portante di un album ricco di sfumature e bellezza da percepire. Gli Arpioni utilizzano lo ska, il reggae, una sorta di blues cantautorale per costruire una rivisitazione unica del repertorio di Enzo Jannacci. Non semplici cover, ma vere e proprie reinterpretazioni che si fanno materia preponderante nel dare anima e corpo ad un’impresa specifica nella forma, personale nella visione d’insieme. Un album scanzonato e nel contempo intelligente, come la musica di Jannacci ovviamente. Sorridere con la testa, sorridere alla vita questo è il significato che i nostri riescono a trasmettere nel sedimentare non un semplice tributo, ma una vera e propria occasione che diventa ponte generazionale nel dimostrare e nel mettere in scena un teatro che non conosce età e che si confronta inevitabilmente con la realtà di tutti i giorni. Bravi davvero.


Gero Riggio – Etere (Carioca Records)

ETERE

Pop ben raccontato a cucire trame in sospensione che mantengono forme e colori perpetuando una sorta di poesia dell’anima capace di svilupparsi oltre le abitudini e approfondendo l’idea di compiutezza che passa attraverso suoni stilisticamente calibrati. Il nuovo di Gero Riggio, cantautore palermitano, è un disco pregno di canzoni che si affacciano sulla quotidianità e in simultanea diventano diario di vita da cui estrarre pezzi di mondo da conquistare. Etere è una rincorsa, un vento leggero che diventa necessario mezzo di trasporto per entrare negli anfratti oscuri del nostro io cercando forme di sospensione che diventano necessaria comunicazione reale. Dall’intro lasciata a Risveglio fino a Hiroshima passando per la stessa title track,  Sempre gli stessi, Trame, il nostro riesce a condensare minuti preziosi diventando narratore di un momento, di un desiderio inespresso, ma compiuto, che probabilmente non tornerà mai più.