Il mercato nero – Società drastica (SeahorseRecordings)

Un rap che si trasforma in musica Indiepoprock.

Qual è la formula alchemica di tutto questo? Qual è questa capacità di mettere in rima parole con basi musicali che non sono loopate, ma suonate in modo perfetto con strumenti “comuni” e l’aggiunta si sintetizzatori?

Il mercato nero, al loro primo disco, mette assieme frasi condite con un velo d’ironia scalciata dalla drasticità della vita, una vita non fatta nella strada, ma per la strada, una vita che risucchia il tutto che viene rielaborato grazie all’utilizzo del vintage anche nel generare suono.

Ecco allora che il vecchio incontra il nuovo, il nuovo che non è sempre positivo, non è sempre portatore di sani principi e il “Mercato nero” lo sa bene in quanto in questa loro  “Società drastica” il tema, il senso del disco si evince già in “Esche vive”: presagio di un mondo corrotto, avido e utile nella sua inutilità.

Si snocciolano bene poi gli altri brani, a rimarcare in modo ancora più netto le parti che siamo in qualche modo obbligati a recitare, fanno fede pezzi come “Tossico”, “Demoni” e “Inferno”.

Il tutto suona come una fotografia che cola colore, che si lascia sporcare attingendo dalla voracità dell’abisso una linfa nuova per emergere dai sobborghi industriali, un bianco candore a denunciare i pericoli del mondo moderno, una poesia in rima quindi che scalcia con gran classe gli stereotipi quotidiani.