Giorgio Canali e Rosso Fuoco – Perle per porci (Woodworm)

Suoni sporchi e lacerati che invadono l’anima e aprono ad estratti di linfa vitale che ci appartiene, appartiene a quel substrato di cultura indie di questi tempi malati, piccoli uccelli di carta che grazie ad una forma nuova e tangibile si fanno conoscere ad un pubblico ancora più vasto ed eterogeneo, o almeno si spera, prendendo il volo, prendendo le distanze dalle forme originarie, sfoggiando una livrea del tutto nuova e personale.

Perle per porci è il bisogno di Giorgio Canali e soci di scovare nel baule della nonna gli abiti migliori, quelli portati poco e ancora perfetti, da lasciare senza fiato, è un intento più che preciso di suonare canzoni che vorrebbe avere lui stesso creato e che in questo caso si prestano a cover di rara bellezza e profondità; tutte alquanto diverse, tutte alquanto simili per approccio e costruzione interna, tanto da sembrare un disco appena uscito che rimescola i suoni degli anni ’90 per concentrarli in elettricità sospirata e attesa.

C’è Vasco Brondi, Finardi, De Gregori, Angela Baraldi, Fausto Rossi, i Macromeo di Aiuola, L’Upo, Luc Orient, Plasticost, i francesci Corman & Tuscadu, i Mary June e non dimentichiamo i tanto cari Frigidaire Tango, pionieri della scena new wave italiana degli anni ’80.

Un disco che si fa ascoltare, ricco di prodezze e sentimenti in divenire, capace di muoverti dentro ancora una volta, capace di farti ammirare l’essenza della canzone stessa, con una nuova veste e con nuovi colori, ma intangibile nel cuore di chi l’ha fatta propria.

D’Iuorno – Diversamente Capace (Controrecords)

Alessandro D’Iuorno inscatola momenti di elettricità in suite acustiche dall’ineluttabile candore che raccontano e si raccontano in un passare eterno che concede spazi di intima voracità a concludere per un momento un percorso iniziato con il precedente album Ho capito abbastanza per infrangere modelli di vita e stanziarsi come cantautore di animi diversamente capaci di capire, diversamente capaci di intendere e soprattutto di essere intesi.

Prodotto da Giorgio Canali, che in questo disco suona anche le parti di chitarra e armoniche, il nostro allunga il pensiero ad un cosciente viaggio verso la disillusione, una voce che con rabbia e introspezione ci accompagna lungo un destino fatto non proprio di speranza, ma ci schiaffa davanti una realtà, fotografandola e rendendola reale più che mai, facendola uscire dalle vene, trasformandola in un qualcosa di cangiante e allo stesso tempo inamovibile, frutto di quel qualcosa che il progresso non è riuscito a spiegare.

Ecco allora che la solitudine umana è raccontata con classe cantautorale, fino al trionfo del nulla e fino alla riappacificazione con se stessi, un lottare silenzioso che sembra non aver timone, una barca nell’oceano che manda segnali d’aiuto.

Il viaggio parte con Senza strategie per finire con La mia città, parlando di sé e del mondo attorno, un sogno ad occhi aperti che porta la realtà dentro casa, senza finzione e incanto, un sogno vero e reale che si fa portavoce per tutti coloro che desiderano vivere in un qualcosa di più tangibile, onesto e reale, un’utopia leggendaria tra gli anfratti profondi della coscienza.