Mellow Mood – Large (La Tempesta Dub)

Sonorità colorate e sospese attraverso una solida base ritmica che si sposa alla perfezione con un suono sempre in evoluzione per la band reggae più importante che l’Italia possa avere. Ritornano i Mellow Mood con un disco compatto che tratta in maniera sempre chiara e senza mezze misure il consumismo sfrenato che investe la nostra società, la nostra economia, raccontando di un mondo in decadenza e proponendo ricette alternative che nella semplicità ritrovano una speranza di cambiamento, una speranza di scissione con tutto ciò che è passato. Large è un disco davvero di notevoli dimensioni, i suoni contemporanei si sposano a meraviglia con ciò che può essere inteso tradizionale e i colori che escono dal caleidoscopio dei nostri non sono altro che forme di racconto, forme di narrazione e di sostanza. Da Call back the love fino a Place called home i gemelli Garzia e il resto della ciurma ritornano con un disco da far passare da mente a mente, un album per tutti coloro che oltre i muri guardano lontano. 


BeWider – Full Panorama (Folk Wisdom)

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Elettronica appagante e di sicuro appeal che interseca anfratti neuronali di purezza cosmica da poter intessere nelle trame e nelle logiche di una musica che in loop continuo cerca di scandagliare l’essere umano nelle sue costanti forme e dimensioni. Il progetto BeWider ritorna con un suono sempre più intrigante e rende partecipe l’ascoltatore di una musica che supera le fasi della nostra coscienza per sedimentarsi fuori da ogni logica prestabilita, fuori da ogni ripasso generale, donando soddisfazioni ascolto dopo ascolto. Piernicola Di Muro, celato dietro al nome BeWider, ci consegna una prova che scava nelle profondità interiori, sintetizzando a dovere forme in divenire da Panorama fino a Everyone else is already taken, per un album d’insieme che trova nell’originalità un punto di forza importante. 


Buckwise – Turning point (La Rivolta Records)

Suoni elettrici dobro distorti che intersecano atmosfere solitarie in visioni di forme desuete, compatte, apocalittiche. Il disco dei Buckwise sedimenta introspezioni ascolto dopo ascolto, non si accontenta di apparire con un suono tipicamente oltre oceano, ma piuttosto unisce una comunicazione lampante con qualcosa che parte dal dentro e vira ad intersecare momenti di musica davvero interessante e mai banale. Il progetto di Francesco De Luca, Nicola Galluzzi, Lorenzo L’Abbate e Roberto Matarrese affonda radici in Germania per poi spostarsi e inglobare gli Stati Uniti attraverso canzoni che sanno di freschezza decadente e costrutti necessari per comprendere appieno una poetica appagante. Da Jasper fino a Summer Sun i nostri costruiscono una serie di mondi infiniti da esplorare e da far nostri, per poter interagire, per poter gridare ad alta voce un senso di appartenenza e un senso di cambiamento oggi più che mai necessari.