The Valium – Amazing Breakdowns (XXXV)

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Rock’n’roll sputato e incanalato al suolo grazie ad un’energia viscerale che si frappone alla quotidianità ed elargisce consigli su reattività e modi di interpretazione di una vita al limite, ma soprattutto sempre in cambiamento. I The Valium ci danno dentro con le parabole sonore e conoscono a menadito l’essenzialità nel comunicare con il proprio pubblico uno stato di disagio, ma nel contempo anche uno stato d’appartenenza con il mondo circostante, a suon di beat, a suon di rock, sciogliendo i desideri di band come The Hives fino a ricomporre le complessità di mostri sacri come Beatles o l’immediatezza purificante dei The Rolling Stones o di qualsiasi altra band che ha fatto la storia della musica mondiale. Amazing Breakdowns suona davvero internazionale, un’internazionalità davvero concentrata sui paradossi della vita moderna, da quell’intro che si fa già potenza in Too many dreams of rock’n’roll passando per l’inno I hate you per poi dare ancora spazi notevoli di elasticità incontrollata in canzoni come Supernatural o Tv per concludere a bocca aperta con la notevole Soul sister. I The Valium con Amazing breakdowns si garantiscono un posto tra le migliori promesse di questo quotidiano mondo musicale grazie a suoni freschi che non disdegnano di osservare da vicino la modernità.

Sixtynine – Denti (XXXV)

Canzoni che parlano della nostra quotidianità cantate in italiano e ricche di pathos emozionale capace di sconfinare oltre la canzonetta pop sanremese e accentrando testi puntuali al racconto dei giorni che avanzano intrecciando sapientemente usi e stili diversi per otto canzoni che non mirano ad essere entità a se stante, ma piuttosto sono brani in grado di ricercare una loro strada da seguire per completarsi e raggiungere obiettivi di comunione d’intenti che convincono sin dalle prime battute grazie a quella Mi sveglio che fa da apripista acustica a forme corali di passione che riesce a raggiungere l’energia sperata in pezzi simbolo come Seropram, passando per Ruggine dove è presente la collaborazione con i The Winstons: Dell’Era al basso e alla voce e Enrico Gabrielli ai synth fino a quella Dentro che racchiude speranze e dona profondità al significato totale di un disco capace di affrontare canzoni che non si sciolgono facilmente al sole, pezzi di noi che portano con sé la solitudine in divenire e il desiderio di cambiare oltre ogni cosa.