Dino Fumaretto – Sono invecchiato di colpo (Trovarobato)

Il cantautorato vive ancora e si autoalimenta di nuova linfa grazie a Elia Billoni in arte Dino Fumaretto.

“Sono invecchiato di colpo” è un concept album che rispecchia un’anima notturna e temibile fatta di incubi ad occhi aperti e mete irragiungibili.

Il protagonista intraprende un viaggio dentro le tenebre della propria anima, un percorso che inizia con “Cosa c’è nel frigo” per cercare quello che resta di un’umanità che si sta autodistruggendo: “Cosa c’è nel frigo non lo so, il selvaggio mutamento dei miei mondi andati a male”.

Si prosegue con “Insonnia”, voce che ricorda “Memorie di una testa tagliata – CSI” e un bel piano che trasporta un testo altrettanto meditato e quasi sofferto con piccole punte di ironia: “Scorro la notte insonne a domandarmi come fa certa gente a dormire la notte”.

In “Risvegli” Elia canta di un amore trasformato di colpo, dopo un risveglio, tutto è come prima e l’ha capito solo in questo momento dove il fumo della sigaretta sembra segnare il passaggio alla trasformazione.

A ravvivare il tutto i ritornelli musicali di Mozartiana memoria in “Tu sei pazza”, dove topolini non portano più soldini, ma ricchi dentisti che ti fanno dormire sonni tranquilli.

Sembra di stare in un “Film dell’orrore” e Fumaretto ci ricorda che non bisogna mai fidarsi della gente che ride troppo.

Con “Mente spostata”, le atmosfere si venano di un giallo tenue, di un giallo ballabile che fa battere il piede ricordando il Battiato di “Danza”, anche se qui “Il tempo artificiale corre verso l’incidente” e l’unica cosa che si può fare dopo una sera andata male è rimuovere il tutto con la mente.

Forse è il tempo di prendersi “Una vacanza”, ma il ricordo rimane, è difficile andare avanti, trovare un senso: “ho talmente poco amore, anzi ne ho fin troppo”, quello che stupisce in questa canzone, come in tutto l’album è che non si parla sempre di una ragazza o di un amore immaginario o reale, ma l’intero disco è una corsa introspettiva contro un tempo che fugge e non lascia ricordi di se, non lascia ricordo di ciò che si è: “E’ troppa la mia presenza anche se non è mai abbastanza, ho bisogno di una vacanza per dissolvere la mia presenza”.

“Non ti emoziono più” anticipa “Il nuovo che avanza”, la canzone a mio avviso più stupefacente dell’album che a sua volta fa da apertura alla title track.

Pianoforte portante contornato da spruzzate di violini e incudini di sax basso e batteria con sali scendi di organo.

Elia Billoni prosegue la sua strada di cantautore raccontando con intima introspezione la vita di Dino Fumaretto alle prese con un’esistenza che non sempre volge a lui lo sguardo.

Un disco bellissimo da ascoltare più e più volte, quando la pioggia cade o il rumore del vento si fa troppo forte, in attesa che questo mondo oscuro, in cui viviamo, trovi un po’ di luce.

Etnia SupersantoS – L’abominevole uomo delle fogne (Adesiva discografica / Edel)

 

Disco frullato che ti fa ballare tutta l’estate.

Testi mai banali e scontati, ironici e taglienti, spunti di riflessione e allegria contagiosa per questa band alla seconda prova da studio.

Disco prodotto dall’onni presente Paolo Iafelice (già collaboratore di Fabrizio de Andrè, Vinicio Capossela, Pfm, Daniele Silvestri ecc.)

La super-band è accompagnata da prestigiosi ospiti: Gianluigi Carlone (sax soprano della Banda Osiris), Gianni Masci (chitarrista degli Jolaurlo), Francesco Giorgi (violinista del Trio Radio Marelli), Gaetano Santoro (sassofonista di Roy Paci e Aretuska) e Roberto Solimando (trombonista deiMusici).

Tutti i brani sono un condensato di ricerca e bravura, più si ascolta questo disco più si possono trovare mille sfumature diverse che valorizzano particolari nascosti.

Bruno Damiani, paroliere del gruppo, nonché voce, ricorda il miglior Bennato che incontra sotto l’ombrellone Bordignon leader dell’avant-rock band dei Casa.

Le musiche ricordano talvolta il gruppo 3000 bruchi.

Si parte dalla Jungla per arrivare al Ministero (trovate pure Voi il collegamento..), in mezzo Gli etnia Supersantos ci raccontano che L’opinione popolare si concentra sull’avvenimento i giornali, la Nazione, il Governo e la Juventus,in Infetta toccano temi socialiIl tuo conto in banca il tuo banco posta dalla paranoia lui ti salverà drogata ma non vedi che sei drogata se ti fossi ammazzata a quest’ora non saresti più drogata il singolo Cazzo, Stasera alla disco!!! è un inno contro i locali da stuzzicchini e aperitivo Cazzo, stasera alla disco balliamo di brutto dai vieni con me.Cazzo stasera alla disco balliamo su un disco del Topo Diggei mentre in M’annoia ci si chiede se è più vero vivere la propria vita da artista o consegnare la propria esistenza all’X-factor di turno.

Con la seconda parte del disco si mantengono sempre toni ritmati e di alto livello: swing, reggae e folk che accompagnano canzoni godibili, da spiaggia e piedi nell’acqua come le atmosfere di Abbandonati da Dio e dagli uomini.

L’apice però dell’album si raggiunge con il pezzo che da il nome al disco: L’abominevole uomo delle fogne.

Una canzone irriverente questa, ma dal bellissimo significato che parla di incontri mancati e il tutto viene spiegato in questo modo:

una mattina uno dei componenti della band non meglio nota come etnia SupersantoS era in bagno e si stava asciugando i capelli. Accorgendosi che alcuni di essi erano adagiati sul fondo del lavandino aprì il rubinetto per lasciar defluire il tutto. Vedendo svanire i capelli giù per il tubo dello scarico venne colto da un’improvvisa febbre e scrisse questo brano partendo da un pensiero filosofico: “i miei capelli finendo nelle fogne incontreranno i capelli di altre persone che io fisicamente non incontrerò mai”.

Disco sicuramente di notevole spessore che riempie un vuoto nel panorama italiano di genere; unico neo forse la troppa comunanza e somiglianza di alcune canzoni presenti nell’album.

Da sottolineare comunque la presente e importante ricerca musicale del gruppo sia sul piano musicale che su quello testuale. Bravi.