Marco Lippini – Simple stories (Entusiasta dischi)

Simple Stories

Partire dalle storie semplici per creare qualcosa di unico ed eccezionale. Amplificare le vedute per uscire dalle stanze comodamente adagiate dipingendo quadri di vita domestica inglobate nella quotidianità e pronte a risplendere grazie ad un cantautorato che sa osare che oltrepassa i cliché e che cerca di trovare una propria via di conforto nel marasma della musica attuale. Il cantautore toscano Marco Lippini riconosce la grandezza immaginifica della musica del passato e il suo è una sorta di excursus ricco di rimandi ad uno stile che con delicatezza apre le porte del nostro costruire mondi, parallelismi, architetture indipendenti e coinvolgenti nel tentativo di identificare i passaggi necessari, le coordinate geografiche di questa realtà. Un po’ in inglese, un po’ in italiano, da Tom Mcrae fino a Elliot Smith, il nostro ci accompagna in un percorso personalissimo e sincero. Un cammino dove ogni cosa illuminata sembra vivere di vita propria e dove ogni passo acceso segna un passaggio necessario tra poesia e musica.


Luca Borgia – The flight of a Barfly (Blue Mama Records)

Luca Borgia

Concept album radicale fatto di sostanza e necessità di ricoprire nuovi spazi e accadimenti con una musica che oltrepassa i confini della nostra esistenza per concedersi elementi di oltre mondo da dipingere con i colori del futuro. Si vola di notte, si cerca la luce, ci si affaccia nelle note di una relazione continua tra musicista e ascoltatore, un insieme sostenuto di accenni, bozze, piccoli disegni che sono frammenti necessari per costruire anima e corpo, costruzioni strumentali degne di essere raccolte e interiorizzate per dare nuovo significato all’ambiente circostante. Una prova registrata in acustico, quasi tutta in presa diretta, dove il fulcro stesso della creazione è ricerca sostanziale di un territorio nuovo da scoprire che trova nell’essenzialità la chiave per capire la misura del tutto. Luca Borgia ci regala una prova che ha il sapore d’altri tempi. Un disco che non ha velleità di conquistare consensi a fini commerciali, ma è piuttosto uno sfogo personale nel cammino dell’esistenza dello stesso autore.


Bent trees society / Teddy daniels – Split (White lips music)

Split di nostalgica energia che ingloba il sapore degli anni ’90 intensificando visioni sulfuree dove chitarre nervose riescono a ricoprire elementi di transizione tra passato e futuro attraverso un’idea che ai giorni nostri appare originale. Due band, un unico disco. Direttamente dalla Sardegna i Bent trees society e i Teddy daniels confezionano una prova che parte da lontano. Siamo sui territori del grunge e dell’alternative per i primi mentre i secondi ci fanno assaporare un’immediatezza garage rock sporcata dal punk per una prova d’insieme che unisce le forze nel ricercare nuove strade da seguire, nuove valvole di sfogo ad incontrare il nostro vivere e il nostro stare. Una canzone per ciascuno. Crosswords and crosses e Alpha. Due facce di una stessa medaglia. Un tunnel circondato di domani accarezzato dalle buone intenzioni e perennemente alla ricerca di un posto di mondo da occupare per esistere ancora.


Stefano Dentone & The sundance family band – Growin’up blues(Go Country Records)

Growin' Up Blues

Crescita sulle strade della vita intessuta di orpelli elettrizzanti che segnano un passaggio necessario con il nostro stare imbrigliando la luce dei momenti passati e circondando le situazioni attuali di capacità emotiva nel conquistare nuovi spazi di realtà. Il nuovo di Stefano Dentone, con la sua famiglia allargata la The sundance family band, è una prova fatta di sudore e risate, di voglia di cambiamento e pensieri positivi, di energia viscerale e leggera che racchiude un insieme di tracce che si fanno ascoltare e ci trasportano all’interno di territori blues concentrici e chiaramente inclini ai rapporti umani, al contatto, a quell’alchimia tra ascoltatore e band. Sono dodici brani per un album che si apre con la title track e prosegue con le riuscite The love I need, Blue sky, Blind to see, Old words finendo poi con Betrayed. Growin’up blues racchiude le sensazioni di un’America lontana. Un disco che profuma di strada da percorrere e di leggeri legami capaci di segnare il nostro diventare adulti.