Alberto Gesù – Ma che miracolo e miracolo (Lavorare Stanca)

Ironico, tagliente e pungente, vita quotidiana sradicata al suolo e condita da un passaggio autorevole verso la verità che va presa scherzando, ridendo, ironia fatta vita e vita fatta ironia, questo è il disco di Albero Gesù che si inoltra in territori già battuti, ma allo stesso tempo si concede aritmetiche canzoni sghembe dagli arrangiamenti inusuali e ben definiti, essi stessi sinonimo del tempo che sta cambiando e a pelle si insinuano piano piano fino ad addentrarsi per non fuggire più.

12 pezzi con la presenza di Fabio De Min dei Non Voglio che Clara, canzoni che escono allo scoperto raccontando di un mondo che deva alzarsi, che deve svegliarsi, che deve incontrare quel briciolo di umanità perduta nei meandri della superficialità, dove le vittime siamo noi stessi, incapaci di scegliere cosa è giusto e cosa è sbagliato.

Alberto Gesù ci aiuta in tutto questo e lo fa con tono provocatorio alzando il tiro e inglobando una chiara e netta distinzione che deve essere e si fa al tempo stesso spartiacque per una vita migliore.

Strumenti inusuali e synth elettronici si amalgamano egregiamente con un risultato piacevole e ricco di gusto, un andare oltre alla formula canzone, riassumendo un concetto e ottenendo capacità intrinseche da primo della classe, in una formula mai scontata e che regala emozioni ad ogni ascolto.

Antonio Fiabane – Torna di moda il binocolo (Lavorare stanca)

Cantautore introspettivo che raccoglie l’eredità dei tempi per trasformarla in un campo di grano estivo da dove poter raccogliere le migliori spighe per rendere il raccolto un frutto da scoprire giorno dopo giorno in una malinconia che accenna ad aperture velatamente cantautorali di un tempo passato con contrapposizioni eleganti e soprattutto coraggiose.

Antonio Fiabane è un cantautore con la C maiuscola, uno che da senso alla parola, al substrato che essa contiene per consegnare agli ascoltatori una prova dove la voce, di un Gaetano Curreri malinconico, si scontra con la realtà moderna, creando un post cantautorato che si discosta notevolmente dalle proposte di queste annate; Antonio guarda più al passato che al futuro, questo continuando a mantenere un legame con ciò che lo circonda, essenziale per la sua poetica.

Proveniente da Belluno, il nostro non condivide soltanto, con la band per eccellenza della provincia i Non Voglio Che Clara, l’amore per il tempo che fu, ma il disco è co prodotto dallo stesso Fabio De Min esponente di spicco del gruppo.

Gli arrangiamenti sono delicati, quasi in secondo piano e lasciano una visione d’insieme che lascia trasportare il suono lontano e in primo piano una voce personalissima e penetrante, esigenza e caratteristica essenziale per l’attesa che avanza fino al gran finale.

Torna di moda il binocolo è un disco che ci permette di vedere con altri occhi ciò che è lontano, è tanta sostanza, è un amarcord perpetuo, una fotografia di quelle a grana grossa, pastose, di un bianco e nero oltre l’apparenza e il cliché, oltra la moda: una nostalgia per i tempi migliori che non torneranno più.