Condividere speranze, passioni, amalgamare i diversi e fonderli per creare una sostanza senza fine e in piena espansione.
Area 51 records nasce ora, nasce con questo disco, per dare un senso maggiore al mercato della discografia indie italiana, una serie di Split per creare un laboratorio artistico in piena espansione e capace di imprime il proprio nome nell’immenso panorama delle produzioni attuali.
Questo split per l’appunto vede coinvolte due band: gli Uyuni e i Ronin, band di stampo strumentale e dilatato che convergono in un sogno ad occhi aperti che apre a fantasia post umane fino ad addentrare lungo profondità scovate con grande capacità di improvvisazione e gusto, in un continuo ricevere impressioni positive fin dai primi ascolti.
I Ronin intrecciano il Morricone d’annata con i western in dissolvenza perpetuando il tutto e sancendo ancora una volta la propria capacità; oltre ad essere ottimi musicisti, anche dotati di una forte malleabilità nelle diverse situazioni che si compongono all’ascolto.
Gli Uyuni invece intrecciano il folk-blues alle nordiche espansioni sonore, con una voce percepibile e quasi cadenzata a ricordare le migliori produzioni del passato con sguardo attento al futuro, intrecciando attimi di psichedelia allucinogena.
Lungo vita quindi a questo tipo di sfide raccolte, lunga vita alla collaborazione artistica sempre più necessaria nel mondo di squali che vivono alle spalle di chi la musica la fa ogni giorno, senza chiedersi troppo, per il gusto di far conoscere, per il gusto di sperimentare, per il desiderio e il bisogno fondamentale di stare bene.