L’evoluzione del grunge ce la consegnano i Minimal Whale, caratterizzati da una forte capacità espressiva da locale assetato e da sguardi inattesi e rubati.
L’evoluzione del rock quindi la troviamo in queste sei tracce, accomunate da sonorità tardo novanta con all’interno quella caratteristica inusuale di creare un connubio tra chitarre distorte e strumenti come sax e pianoforti.
Laydown ne è l’esempio più lampante, metrica perfetta per imbastire una meraviglia sonora da colonna portante per i nostri giorni.
Questa è una musica che va ben oltre le capacità di governare il tempo e il fattore emozionale come quello di improvvisazione è legato da un filo sottile che ci regala attimi di puro delirio in bridge quasi sconnessi, ma efficaci.
Oscuri e criptici, ricordano per certi versi il fortunato esordio dei Vanity, ma con un piglio di disincanto maggiore, capaci di inondare energia innaturale nel palco della vita.
Un gran bel disco, compatto e granitico, portatore, nella tradizione, di innovazione.