Orlando Manfredi – Storifilìa (Mexicat/IRD)

album Storifilìa - Orlando Manfredi & Duemanosinistra

Disco pregno di parole, contorto, labirintico, avvinghiato ad una costante di ricerca, ad una costante tangibile che passa dal soul al cantautorato a riscoprire arte, pensieri in successione, melodie che si fondono con la complessità di un’opera rara di questi tempi. Torna Orlando Manfredi con un disco affamato di musica. Una musica d’autore che non si sentiva da un secco di tempo. Fossati che incrocia De André e poesie a ricoprire strade di realtà. Asfaltando il cemento con l’erba e occupando cieli a non finire con un suono d’insieme avvolgente e a tratti disincantato. Storifilìa parla di questa realtà. Parla di questa vita da televisione, parla di elettronica da confine. Racconta con capacità uniche di un’esistenza al limite che deve essere recuperata nella sua attuale essenzialità. Orlando Manfredi dalla title track fino al finale concesso a Rosetta entra di prepotenza all’interno delle nostre vite, lasciando un segno tangibile del suo passaggio. Bravo davvero.


Notagitana – Consecuencia (Autoproduzione)

album Consecuencia - Notagitana

Canzoni in spagnolo, canzoni che abbracciano una vita intera e si fondono attraverso le aspirazioni e le ispirazioni di questa band che ha fatto del suono del mondo un punto necessario, un punto di approdo. Il disco dei Notagitana riesce a fondere una world music attraverso un uso ragionato di architetture fatte apposta per ballare e colpire nel segno. Una patchanka ibrida e mai misurata, ma piuttosto straripante di allegria per un suono davvero contagioso e coinvolgente. Consecuencia parla di questo mondo. Lo fa con un linguaggio tendente al pop contaminato. Una tavolozza di colori, profumi e atmosfere che fanno della musica creata un punto fermo necessario a comprendere una filosofia nascosta all’interno di pezzi davvero interessanti. I Notagitana trasformano la monotonia in qualcosa di unico. Riescono a rendere un insieme eterogeneo di brani un punto da cui partire per apprendere le radici del mondo.


The spell of ducks – SOUP (Autoproduzione)

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Maturità composita spettacolare che avvolge l’ascoltatore attraverso un uso davvero eccellente di archi e melodie di facile presa. Una musica che nell’insieme e nella ricerca costante si trova in bilico tra rarefazione sonora e purezza d’intenti per un suono d’autore incisivo e importante. Il disco torinesi racchiude al proprio interno il cantautorato di Glen Hansard, Damien Rice, Tom Mcrae, Iron e Wine in una perfetta soluzione edulcorata che di certo non passa inosservata, ma piuttosto lascia, passo dopo passo, un’impronta da seguire, un bisogno sempre nuovo di comprendere una poetica che nell’esemplificazione creata rimanda a qualcosa di espressivo e fuori dal tempo. Sei canzoni, sei brani ad indicare la via. Da Intro fino a Dear Leo i nostri lasciano il segno grazie anche ad un utilizzo importante di strumenti folk acustici. Un segno incisivo. Da rimanere a bocca aperta.

Circlelight – Ties and struts (Costello’s)

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Ambientazioni da montagne legnose attraversano la terra d’Albione intensificando con l’ascoltatore rapporti e visioni chiare perseguibili all’interno di un mondo sospeso, un mondo in dissoluzione perenne che nella ricercata malinconia di fondo trovi i giusti spazi, i giusti appigli per infondere una poesia a profusione, una poesia che come gemma rara e preziosa si scopre in tutta la sua bellezza sostanziale. Il progetto Circlelight, all’anagrafe Emanuele Durante, si connota per un’ampia visuale d’insieme capace di andare oltre le consuetudini e intavolando elementi di folk d’autore impresse nella memoria e costantemente elaborate e vissute. Otto tracce che ci sussurrano e ci parlano da vicino attraverso un uso leggero ed elegante dell’elettronica da Bon Iver fino a Damien Rice passando per Glen Hansard e Iron e Wine. Ties and struts è un disco leggero, ma pregno di significato. Un album lasciato a sedimentare e pronto a coinvolgere ad ogni occasione.


Cinque uomini sulla cassa del morto – Kairòs (Autoproduzione)

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Folk d’autore spruzzato da un intimismo pop per il nuovo disco della band friulana Cinque uomini sulla cassa del morto. Un disco intrinseco e pieno di coraggio che strappa, dal nostro venire al mondo, metodi e ambizioni per costruire una musica d’insieme suonata come non ci fosse un domani. Gli elementi marcatamente folk della prima prova sono qui soppiantati da un’esigenza d’insieme capace di sfiorare la ballata romantica. Un suono che si dipana tra i chiaro scuri esistenziali di pezzi come Buio, Dal deserto al mare, I miei occhi, I giorni del sole, Torno. Una prova, questa che nella contemporaneità del momento ambisce ad essere processo di maturazione sedimentando una compattezza invidiabile. Una band che ha saputo trasformarsi riuscendo a trarre da ogni singolo gesto un punto essenziale, di contatto, con una quotidianità che come materia per i sogni a venire dona e incanta, costruisce e rappresenta.


ILA and her Fellows – Per Genova (Produzioni dal basso)

Spettacolare iniziativa per dare senso e dignità ad un mondo forse in parte dimenticato, ma preso in considerazione da persone come Ilaria Scattina in arte ILA che con i suoi Fellows, i suoi compagni, mette in musica un insieme di pezzi in una compilation a scopo benefico a raccogliere dal mare pensieri e poesie che si infrangono nel silenzio di ogni giorno per dare, a gran voce, un contributo tangibile alla causa, per dare voce a chi voce non ha, più. Per Genova è un atto d’amore dichiarato. Undici brani che toccano la tradizione e arrivano a De André, passando per una particolare Genova per noi impreziosita da un gruppo di “foresti” a cantare la bellezza di questa unica città. I soldi raccolti andranno al Comitato Lavoratori Zona Rossa, per aiutare le
famiglie dei lavoratori di Piccardo, Vergano e Lamparelli, rimasti, dopo il crollo del ponte, senza lavoro. ILA and her Fellows concentrano la bellezza rivisitata per una nobile causa. Un disco unico nel suo genere da supportare a questo link:

https://www.produzionidalbasso.com/project/ila-and-her-fellows-per-genova/

IKE – Construction Site (IRMA Records)

Suoni concentrici che ammaliano attraverso un’elettronica che diventa cantautorato e collaborazioni a dismisura nei sentieri della vita. Musica che non ricopre i confini, ma piuttosto diventa essa stessa linea di demarcazione capace di inglobare un’intera generazione per poi trasformarla in geografia errante, in stato perpetuo di bellezza da riscoprire pezzo dopo pezzo. L’esordio di Isaac De Martin in arte IKE si avvale di numerose collaborazioni tra cui la brillante e già recensita, in queste pagine, Karla Stereochemistry per passare in velocità da Mauro Brunato a Julian Bidner, Iva Mabbasta, Alice Vivian. Una musica colorata che diventa ragione di vita, punto essenziale e necessità che esplora territori lontani e li riporta all’interno del nostro pensiero, del nostro venire al mondo. Construction site è un cantiere sempre aperto. Un’anima leggera che nell’incontro trova un senso perpetuo e necessario, un nuovo bisogno di riscoprire con attenzione le sfumature necessarie di questo nostro mondo che abitiamo.


Grand Bal Dub – Benvenguts a bòrd (Self Distribuzione)

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Nuovo album per l’anomalo progetto formato da Sergio Berardo dei Lou Dalfin e Madaski degli Africa Unite, progetto capace di relazionare, mettere insieme la musica elettronica, il dub e la lingua occitana. Dodici tracce davvero spettacolari nella forma composita creata. Un insieme davvero studiato che sfida l’ascoltatore e lo invita ad entrare in un mondo creato per l’occasione, un mondo che proviene da un passato molto lontano e riesce a reinventarsi forma su forma, giorno dopo giorno. Benvenguts a bòrd è un invito ad entrare, a salire sulla nave e godere dei suoni inebriati dai fumi del vino e dai colori vivaci di una musica senza confini. Una musica che abbatte gli ostacoli e le differenze sedimentando un pensiero all’interno di radici profonde e giustamente arieggiate. Da Al belcaire fino a The job i nostri mettono insieme un mondo in continuo cambiamento, un mondo che non ha paura di combattere per un ideale. A riscoprire orizzonti, a segnare la via.


Lupo – To the moon Ep (Riff Records/Grand Tree House Records)

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Musica d’autore impressa nella mente di un folk d’annata proiettato per l’occasione a riscoprire e a dare un senso a questa nostra velocità. To the moon è un album spaziale, un richiamo notturno alla luna, un richiamo che segna e incanta, mescola e non reprime, ma piuttosto si concede a questo nostro tempo. Sei canzoni introspettive registrate in solitaria in uno studio di Tokyo. Sei pezzi creati per l’occasione dall’ex AmpRive Chicco Bedogni. Canzoni pensate per riempire il vuoto di stanze scarsamente arredate. Pezzi che si snocciolano a dovere in un folk che si guarda dentro, fino in fondo, fino alle radici. Nei pezzi di lupo c’è Glen Hansard, Iron & Wine, Bon Iver, ma anche Neil Young in un cerchio fatto di passione e coraggio, voglia di cambiare e desiderio incontrastato di suonare ancora l’ultima canzone. To the moon è un disco intimissimo, uno di quegli album che si fanno sfiorare e ritornano sempre e comunque vicino a noi, anche nei momenti di abbandono, anche quando sembra non ci sia più nulla da fare. 


Followtheriver – Blankets & bumblebees (Autoproduzione)

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Profondità accurate da cameretta nascosta dal tempo. Suoni magmatici che risalgono la china della sconfitta e intercettano il sapore e il profumo delle cose autentiche e personali, intrise di amore e significati da cogliere. Il nuovo EP di Followtheriver nasconde al proprio interno una sospinta leggerezza ad approcciare uno stile che si snoda lungo il fiume della nostra essenza. Raccolte di fiori lasciati ad essiccare al vento, raccolte di energia pronte a lanciarsi, ad andare oltre in una sofistica ricerca che trasversalmente tocca un Justin Vernon tra l’omonimo e il 22, A million e sale fino all’elettronica d’esordio di James Blake. Il disco di Filippo Ghiglione tocca le corde più profonde del nostro essere vivi. Le tocca con una fragilità non lasciata al caso, ma piuttosto rende autentica quella visione del mondo da poter esplorare fuori dal luogo in cui abitiamo. Un album capace di abbracciare luoghi sterminati, pianure e montagne, pronto, in un certo qual modo a trovare sempre e comunque la strada verso un nuovo cuore da conquistare.