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Cantautorato sofisticato e magistralmente arrangiato che parla di questa realtà con occhio attento agli ultimi tra ironia mai acerba e intenzionalità da scoprire verso tutto ciò che ci circonda. Il disco di Cristian Grassilli polistrumentista, psicoterapeuta e musicoterapeuta, già nel progetto Psicantria, si affaccia alla realtà con il terzo disco solista. Un album dal forte impatto visivo. Packaging curatissimo e altrettanto curatissime le dieci canzoni proposte. Una leggerezza di fondo che si sposa con testi che si fanno cogliere nel momento, non si chiedono troppo, ma nel contempo fanno riflettere. Grazie fin qui, Presente, Esserci, Tra un padre e un figlio, Riparare sono solo alcune delle piccole poesie inscatolate per l’occasione che ci rendono partecipi di un percorso fatto di metafore e desiderio di andare oltre gli stereotipi della modernità. Presente è un disco che suona fresco, non assuefatto alle mode, ma piuttosto capace di spaziare cercando un proprio senso comunicativo che fa stare bene.
Progetto multiforme e composito, immersivo e coinvolgente in grado di abbracciare fantasy e avventura per i più piccoli in un intreccio ben ponderato e avvincente. Sulfuree visioni di draghetti si stagliano all’orizzonte e ricreano antropomorfe azioni che prendono il sopravvento regalando un giusto mix classicheggiante e un senso nuovo per la scoperta.
Dragon kingdom of Wrenly è una serie di fumetti dedicata ai più piccoli. Una serie che finalmente esplora il mondo fantasy cercando di creare una coralità di intenti senza partire da personaggi umani, ma inglobando quei grandi esseri immaginari che hanno riempito i nostri sogni leggendari che rispondono al nome di draghi.
La maledizione del fuocofreddo, scritto da Jordan Quinn, illustrato da Ornella Greco con la collaborazione della Glass House Graphics è un tentativo riuscito di far immergere il lettore all’interno di un mondo creato ad arte e facendo assaporare, un po’per volta, la bellezza delle tavole, la semplicità e nello stesso tempo la comunicabilità delle stesse, in un gioco avventuroso capace di regalare emozioni.
La storia, pubblicata per Tunué, racconta le vicende del coraggioso drago Ruskin che decide, assieme ad un gruppo di altri amici di andare oltre il conosciuto, per tentare di combattere una terribile maledizione che minaccia l’esistenza del regno intero.
Un libro a fumetti da leggere tutto d’un fiato. Un libro dove valori come l’amicizia, il coraggio, il mettersi in gioco, sono elementi compositi capaci di creare architetture condivise dove il senso di appartenenza è tassello necessario a comporre il puzzle dell’esistenza.
La serie di Dragon kingdom of Wrenly guarda alla scoperta con occhi nuovi e fa dell’azione e del sentimento un punto esclusivo da cui partire. Aspettiamo trepidanti i prossimi episodi.
Cartonato prezioso, elegante nella sua interezza, solido nella forma. Una storia per l’occasione riscritta e condensata all’interno di un volume di un certo spessore capace di sfidare i secoli utilizzando un linguaggio contemporaneo, leggero e nel contempo vicino al passato. Le notti medio orientali, la Siria, la via della seta che porta in Cina. Coordinate geografiche qui vissute, riviste e inglobate all’interno di un concentrato d’avventura onirica dove la magia e la povertà sono ingredienti base per costruire e narrare una storia che non ha tempo ne confini.
Ispirata alla versione originale, la narrazione qui proposta acquisisce di significato rendendo unica la carrellata di avventure e di messaggi veicolati su diversi piani di comprensione, tanto da coinvolgere più fasce di età. Aladino, giovane, esuberante e senza un soldo, vaga per il mercato vivendo di espedienti. Un giorno incontra per strada un suo presunto zio, un malvagio stregone africano che lo porterà alla conoscenza della lampada e involontariamente all’incontro con il genio. Un genio capace di esprimere qualsiasi desiderio, mezzo unico e necessario questo per fare in modo che il protagonista riesca a conquistare la principessa della città.
Un racconto corale dove le figure in campo giocano e ricreano attraverso architetture fatte di stratagemmi, un’esemplificazione moderna della realtà che trascina il lettore nel vortice di accadimenti a coronare l’azione. Le illustrazioni del Maestro Lorenzo Mattotti sono un insieme di nuvole sulfuree e vapori arabeschi dove i colori, a cui da sempre ci ha abituati, sono elemento inscindibile di un’immagine che acquisisce forma e sostanza a comunicare movimento, atmosfera e perenne ricerca nella completa semplicità proposta.
Aladino e la lampada magica, edito da Orecchio Acerbo, riprende il senso dell’illustrato d’autore e lo pone a livelli davvero importanti dove narrativa per ragazzi e per adulti si incontrano in un’unica e grande storia. La scrittura di Nadia Terranova ingloba personaggi femminili necessari per lo scorrere delle vicende. Personaggi che accompagneranno, nel finale, il nostro Aladino, a scoprire il valore intrinseco e nascosto della parola fortuna. Una fortuna da cogliere nell’illusione del momento per un raffinata storia che ammalia da generazioni.
Scatola di latta delle meraviglie contenente piccole perle fruibili di un’immediatezza assoluta, ma dal forte impatto emozionale. Pellicole e fotografie di vita impresse come polaroid nel rullino dei sentimenti ad intessere trama e ordinato disfunzionale, ma comunicante un bisogno di ritrovarsi, un bisogno di trovare nell’altro un posto da abitare.
Rulez, innovativa visione grafica e fumettistica di Chiara Palmieri, si snoda all’interno dei sentimenti umani. Lo fa grazie a due albetti ben confezionati di Kalina Muhova, già conosciuta in Italia per Sofia dell’oceano e Il balcone. Due albetti graficamente eccitanti che con fare leggero parlano della condizione umana con un tono a tratti umoristico, ma ricco di rimandi alle situazioni che viviamo quotidianamente.
Protagonista una ragazza alle prese con la propria normalità. Protagonista del proprio stare, del proprio essere sbattuta nel mondo. Poesia quindi delle piccole cose attraverso un segno a tratti sghembo, a tratti definito. Una bozza. Un momento. Un’impressione a matita sul diario dell’esistenza che concede, si apre e consola.
Due piccole produzioni qui raccolte ad identificare stati d’animo che si immedesimano nelle parole scusa e grazie, quasi come una litania, un mantra compulsivo che analizza e mette a nudo le nostre fragilità conservandoci per i giorni a venire.
Bella idea davvero questa. Il cofanetto dove sono raccolti i due libricini è una sorta di heart shaped box dove la qualità grafica e i contenuti vanno a braccetto nel creare un prodotto dal forte valore intrinseco e nel contempo un oggetto da collezione. Scusa/Grazie non cerca nei voli pindarici la soluzione per interpretare il mondo, piuttosto trova nella concretezza delle piccole cose un senso compiuto, un gesto, un’idea.
Poppettone ben confezionato che strizza l’occhio a forma cantautorali contaminate con il parlato a raccontare elementi, sprazzi di vita, nel palcoscenico interiore che ci portiamo dentro. Torna Aleco, all’anagrafe Alessandro Carletti Orsini, con un disco che parla di questa nostra realtà imbrigliata nella quotidianità disinvolta delle piccole cose. Una quotidianità che riscopre forme autorali leggiadre che non si chiedono troppo. Cercano nella forma canzone un espediente narrativo e parlano, attraverso un amarcord emozionale, dei nostri vissuti, dei nostri attimi che non torneranno. Ricordi quindi, malinconia e nostalgia sotto forma di poesia in musica allegra andante a creare una dicotomia dolce amara che ha il profumo delle cose migliori. Un disco per l’Estate. Quelle estati però che finiscono con l’inizio d’Agosto, quelle estati da bere in un sorso e sperare non finiscano mai. Da Preludio alla luna fino a Io sono eternamente felice il nostro ci regala fotografie autorali di un tempo che vive ancora nei nostri cuori.
Suoni a profusione violenti in parole ridondanti si stagliano all’orizzonte alla ricerca del tempo perduto in un grunge che sa di post contaminato da un rock di un tempo passato e qui riscoperto in un’originalità che ricerca la propria via. Il dischetto dei Longblond è una produzione genuina e fragorosa che incrocia a sprazzi l’electro rock e si conferma come prova eterogenea in grado di spaziare di genere in genere. Lento is dead sa di oscurità e dentro a quell’oscurità c’è una passione simultanea con tutto ciò che ci opprime e che tenta di uscire allo scoperto regalando soddisfazioni pezzo dopo pezzo. Un EP incontrollato, potente e a tratti devastante da ascoltare ad alto volume. Da Dark cities fino a Rio fantasma i nostri ci consegnano una prova sudata capace di imprimere energia portante ad ogni ascolto.
Appesi al filo di un equilibrista animali circensi si domandano ed esplorano cosa possiamo trovare dopo la morte, cosa ci aspetta nell’aldilà. Pensieri in aria, brainstorming collettivo estrapolato in una situazione al limite e condiviso attraverso pagine di un illustrato d’autore davvero originale. Un albo che si avvicina a questo argomento con capacità d’analisi, citazionismo e intrinseco bisogno di dare una risposta ad uno dei più grandi quesiti dell’umanità.
Gli autori Silvia e David Fernandez con l’illustratrice Mercè Lopez regalano al lettore un quadro espressivo dove l’interiorità viene esposta per cercare di rendere tangibile qualcosa che di tangibile non è. Forme, colori e sovrapposizioni ricordano per l’appunto il grande circo della vita dove noi protagonisti, molto spesso inermi, cerchiamo, nel profondo del nostro cuore, un’oppiacea sensazione che ci possa confortare, un abbraccio corale sul far della sera.
Aldilà, nonostante la forma semplice proposta è un albo complesso. L’analisi del multiforme mondo che ci attende racchiude visioni reali che spaziano dalle teorie delle grandi religioni monoteiste fino a convogliare nella figurazione di quelle orientali, dal buddismo all’indusimo. Niente però è manifesto. Ci sono soltanto degli indizi e delle chiavi di lettura che ci fanno pensare a questo e la bellezza del tutto sta proprio nella ricerca dello stesso lettore. Una ricerca che diventa preponderante quando sentiamo la necessità di esplorare gli elementi che compongono l’intero messaggio da veicolare.
Le pagine colorate proposte aprono a sensazioni davvero toccanti, sono immersive e reggono bene il rapporto con le parole attraverso una linearità che si apre, con stupore, ad una ricercatezza del particolare, ad una rappresentazione mai scontata e sofistica di questo nostro vivere.
Il libro, portato in Italia da Kite edizioni, diventa scoperta per i più piccoli che spesso associano la scomparsa come ascesa al cielo, un’aldilà qui narrato però aprendo al confronto e alla molteplicità delle forme espressive che riempiono la nostra mente. Un libro dalle larghe vedute. Visioni che si intrecciano sul filo della vita a testimoniare l’importanza di ciò che ci attende, forse.
Poesia che come soffio di vento riempie paesaggi immobili allo scorrere dei giorni accarezzati da una sorta di bolla d’aria dove vicende di introspezione unica e rara si affacciano nell’unicità del tempo. Bellezza, tanta bellezza. Suadente, elegante, acquerellata. Contorta sui colori delle stagioni e assestata laddove l’acqua del fiume incontra la montagna, tra le colline a distanza e gli uccelli liberi di volare e di progredire nel loro cammino.
Torna Sonia Maria Luce Possentini. Torna abbracciando la collana di Carthusia Magnifici Versi ad intavolare visioni in divenire che si stagliano all’orizzonte e ricreano una sfumata essenza di veridicità all’interno di una poetica complessa, interiore, mai banale e piuttosto concentrata nel dare interpretazione della quotidianità sfiorando apici inenarrabili.
Akiko Yosano, una delle prime donne pacifiste e femministe del Giappone, qui rivive con le sue poesie capaci di attraversare i decenni, intavolando una discussione a cuore aperto con il lettore che si sente parte di un qualcosa di più grande, attraente e misterioso.
Visioni atmosferiche interiorizzano l’arte che si respira in questo magnifico cartonato d’autore. Visioni atmosferiche, racchiuse nella forma poetica del tanka, il più antico componimento poetico giapponese, si approcciano in modo sofisticato, ma famigliare, al mondo in distorsione che ci troviamo ad affrontare ricreando una sorta di fermo immagine che ha il sapore della natura incontrastata, del concetto di temporalità immobile e di quel sentire comune tipico della rarità delle cose e delle persone.
Pagine di colore si intrecciano ai versi narrati che come rapide visioni calcolano l’attesa scandita, quell’attesa centellinata dal movimento perpetuo di quelle quattro sorelle che governano il ciclo della nostra vita.
Non dubitare dei sogni è potenza visiva prima di tutto. Una sorta di componimento a colori che vaga irraggiungibile in questo nostro tempo. Un illustrato importante e artisticamente elevato che in simbiosi perenne ricerca un bilanciamento scandito tra immagine e testo scritto, tra sogno e realtà, tra realtà e immaginazione, tra immaginazione e appartenenza.
