Laika nello spazio – Dalla provincia (OverDub Recordings)

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Correre a velocità vertiginose intaccando sensazioni che partono da visioni che affondano radici negli anni novanta per instaurare un qualcosa di conturbante e al contempo gridato e mai celato. I Laika nello spazio si scagliano addosso agli ascoltatori con una specie di post punk aggrappato all’idea di un’alternative parlato dove frasi ad effetto producono un risalto essenziale di voci in decostruzione ampia e convinta, voci di protesta che sanno convogliare le aspettative attraverso margini di incontrollabile purezza e assodata veridicità. Sembrano i Marlene Kuntz, ma altamente più incazzati, una sorta di Teatro degli orrori che incontra i Massimo Volume a ricostituire elettricità che non si ferma, ma piuttosto ritrova, nel momento creato, un punto d’appoggio, un punto di partenza necessario e continuo. Dalla provincia suona omogeneo in tutte le sue parti. Un album ispirato e concentrico, un disco che non chiede, ma che piuttosto trova argini di propensione ad inseguire un nuovo cammino.


I maiali – Cvlto (OverDub Recordings)

recensione i maiali culto

Rumore, rumore e rumore solo rumore intensificato da ultrastrati infernali che riescono a penetrare la carne e nel contempo farla scoppiare, farla esplodere attraverso circostanze che trovano nell’oscurità che avanza un punto di contatto, un punto di non ritorno. I maiali alternano fasi che fanno pensare ad una grotta buia e pericolosa, una grotta da cui non si può uscire. Cvlto è una corsa devastante che incrocia Manson, Slipknot, NIN a riscoprire barlumi di coraggio in un’epoca omologata e mal custodita, un’epoca affidata al dio danaro e alla frivolezza dei popoli. I maiali martellano le coscienze, lo fanno seguendo una propria via. Non si sa se tutto questo può essere giusto o sbagliato, di sicuro i nostri rintracciano un sentiero poco battuto per comunicare un malessere generazionale attraverso elementi compositi che non sono mai banali, anzi, smuovono gli interni e questo basta.


Le pietre dei giganti – Abissi (Overdub Recordings)

album Abissi - Le Pietre Dei Giganti

Disco d’esordio per una band che sente la necessità di comunicare la propria strada, il proprio momento da seguire in simultanea con un racconto di poesia esistenziale che abbraccia la via più dura di uno stoner fatto di stoppate in ripetizione e granitici elementi di condivisione fatti per essere punto di partenza e mai d’arrivo. Psichedelia poi che si mescola valorizzando elementi contingenti di vapori ritrovando la strada verso casa e canalizzando un miscuglio eterogeneo di ambientazioni che ben si sposano con concetti elencati in pezzi come Vuoto, Greta, Mattine grigie a perpetuare ripassi targati ’90 in una contemporaneità che disorienta, consuma e ingoia. Abissi non si fa amare appieno al primo tentativo, ha bisogno di ulteriori ripassi per aprirsi e rendere l’ascolto interessante visione di questi giorni, interessante e viva percezione di un rock che sembra non conoscere età.


Cannibali commestibili – Cannibali commestibili (Overdub Recordings)

album Cannibali Commestibili - Cannibali Commestibili

Un viaggio metafisico ed essenziale che apre all’inquietudine sonora fatta di potenza incontrollata e sali scendi che verticalizzano il nostro io per andare a sbattere chissà dove. I Cannibali commestibili confezionano un dischetto davvero eccitante che partecipa ad un’elettricità di fondo che si insinua lentamente e corrosiva si espande attraverso i flutti di coscienza che pervadono la nostra oscurità, tutta l’oscurità che avanza. Il disco dei nostri non è soltanto un modo come un altro per rompere le finestre del cuore, ma piuttosto è una capacità disintegrante di sondare il terreno dopo aver compreso appieno i meccanismi di questo mondo malato. Pezzi come l’apertura affidata a Gordon Pym, piuttosto che Qualche corpo, L.A., Ingranaggio fragile sono solo alcuni degli esempi di un rock martellante suonato a tutto volume. Ciò che ne esce è un disco compatto, disorientante, a tratti angosciante. Un album carico di adrenalina per palati esigenti.


Fukjo – La musica, il mare e la deriva occidentale (OverDub Recordings)

album La Musica, il mare e la deriva occidentale - Fukjo

Sotto assedio a recuperare attimi di realtà sprofondando nelle vicissitudini di tutti i giorni e tentando di uscire allo scoperto, tentando di andare oltre l’etere contemporaneo attraverso movimenti melliflui che sondano l’atmosfera per dosare forze e speranze in un crocevia di impostazioni che rimandano di certo ad una scena alquanto contemporanea. Il nuovo dei Fukjo costringe l’ascoltatore a captare essenze rock di gioventù attraverso poesie in musica ristrette  e criptiche condensando agglomerati di questo vivere in un solo e unico istante. Irrimediabilmente i nostri ricordano i Verdena, destrutturati a dovere e impiegati a circondare le undici tracce proposte di una maturità coesa e senza fronzoli, una maturità che si perpetua di pezzo in pezzo. In queste canzoni c’è una rabbia nostalgica, a ricordare il grunge che non c’è più. Una rabbia che per la band pugliese è momento catartico ed essenziale per ritrovare dentro alla propria anima un gesto che li porterà sempre e comunque ad essere altamente e maledettamente reali.


KiwiBalboa – Natale in Argentina (OverDub Recordings)

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Sostanza materica che esplode attraverso contagi urbani di bisogni da accatastare al suolo, da accatastare per questa e altre meraviglie sussurrate e gridate, lanciate in aria e in estasi colpire, in estasi abbracciare una meraviglia sonora di incontri, di scontri, di sputi a terra e di esigenze in simultanea di creare qualcosa di nuovo. Ritornano i KiwiBalboa, ritornano con un disco compatto, accelerato, bisognoso di gridare al mondo una propria appartenenza, un proprio stato d’animo, mescolando alternative, mescolando rock di potenza con testi sempre costruiti per lasciare il segno. Un cantautorato aggressivo che non cerca le mezze misure, ma intercede grazie ad una maturità artistica davvero sorprendente. Pezzi come Magari No, Incendio, Ponte Garibaldi, la stessa title track lasciano il segno, percorrendo, con preponderanza notevole, costruzioni da primi della classe. Bravi.