Scala H – Fuori uso (Autoproduzione)

Music | Scala H

Musica d’autore impreziosita da orpelli poetici che aprono il cuore ai sentimenti e alle cose che nascondiamo nei luoghi più misteriosi del nostro stare. Scala H, band emiliana, confeziona una prova che ha il sapore nostalgico delle cose passate. Il sapore dell’attimo celeste prima dello scoppio di un temporale accarezzato da dolci parole che diventano e si fanno ricerca incontrastata di un posto di mondo da occupare. Il gruppo, capitanato da Dici, autore di musica e testi, ci trasporta lungo mari che possiamo ancora navigare. Lo fa attraverso pezzi come l’apertura affidata a Mainstream 1984, Fuori uso, Per le sere di Novembre, Ragazzi della terza A, Claudia si sposa già. Lo fa utilizzando un linguaggio diretto che arriva all’ascoltatore intessendo trame di sicuro effetto per un risultato finale che sposa la classicità della forma autorale con un pizzico di introspezione e savoir-faire emozionale a creare spazi di bellezza soggettiva, ma reale.


Marco Brosolo – Col morbo rosa (Autoproduzione)

col morbo rosa

Ep costruito cesellando parti musicali che si intersecano intensamente attraverso visioni psicadeliche parlate che lasciano spazio ad una sgangheratezza di fondo davvero interessante. Torna Brosolo Marco con un disco per palati sopraffini e alquanto autorale capace di intersecare eterogeneità in un flusso magmatico di coscienza che ricade sul momento, sui fatti e non sulla memoria cercando di intrappolare la forma canzone in un costante saliscendi emozionale. Col morbo rosa è un concentrato di forme di difficile inscatolamento. Forme desuete che parlano al futuro. Aguzzano la vista, gli occhi e l’ingegno per dare voce ad un qualcosa di sperimentale, aritmico, maestoso nella più totale forma di arte proposta. Un artista che scuote dal di dentro, non segna confini, ma piuttosto allarga visioni, territori e anfratti per un risultato d’insieme fuori da questo tempo.


Budda rock – Ogni tua lacrima (Autoproduzione)

album Ogni tua lacrima Budda Rock

Percorrere a perdifiato strade polverose impresse nella mente del viaggiatore e qui rievocate grazie ad una musica d’insieme dall’aspetto vintage primariamente composito e sedimentato all’interno di una bottiglia di vetro targata settanta. Il disco di Budda rock ingloba al suo interno sonorità tipiche americane con un desiderio intrinseco di fabbricare, di creare qualcosa da non sottovalutare. Un’idea che tenta di aprirsi all’originalità pur partecipando ad una visione d’insieme classicheggiante sotto molti punti di vista. Resti di Pianura Padana trasportati all’interno di vibranti canzoni fatte di chitarre, pianoforti, organi hammond e tanto sudore si organizzano creando una quadro generale fatto di piccoli pezzetti a formare generosità mai risparmiata e scandita da pezzi come la stessa title track, Un corvo nella notte scura, Oceani, Schiavi nel nome, Cade la pioggia, Coltelli sulla schiena. L’album del nostro si muove tra passato e presente e rimane in bilico perenne tra il già sentito e il desiderio di creare oltre ogni aspettativa.