Secondo Appartamento – La minore Resistenza (Labella)

I Secondo Appartamento esplodono con le melodie della cena, le melodie di una festa dove i partecipanti raccontano lo svogliato vivere e il contribuire a percepire ogni sostanza come fosse propria senza però assaporarla attraverso messaggi di empatia e comprensione.

Ecco allora che il padrone della festa ci fa entrare in un mondo fatto di racconti anche nostri, vissuti in prima persona, tanto affascinanti quanto sentiti, tanto tesi ad essere forma mutevole e concitata di quella capacità intrinseca nel far innamorare, contribuendo a disegnare la nostra esistenza, abbandonando le scale di grigi in una quadricromia che sa di mare.

Canzoni che sanno di acqua, di pioggia e amore vissuto, sotto attimi di sconforto e pura vita elegante e coinvolgente.

I colori esplodono e vivono da Io non ho paura fino a dal Polo al Giappone per dare vita a quell’esistenza non compressa, ma condivisa, che ha molto dei maestri del cantautorato di un tempo, ha molto di quella perspicacia nello spiegare un concetto, ma allo stesso tempo si divincola, creando materia di puro, vero e sentito conforto.

Secondo appartamento – Secondo Appartamento (Asino dischi)

Prendi una stanza piccola molto piccola, una piccola cameretta dove raccogliere sul pavimento fogli in disordine magari con qualche linea o scarabocchio ad intendere che qualcuno li è vissuto, lì ha speso il suo tempo prezioso, raccontando di se, di personaggi strani e rocambolesche figure che riempiono i vuoti, riempiono le pareti e le mensole fanciullesche non più di poster e macchinine, ma di vissuti, di maturità e di occasioni perse e traguardi raggiunti.

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“Il secondo appartamento” è tutto questo, puoi ascoltarli all’infinito e farti cullare tra sogni disincantati e limpide visioni di un tempo che non c’è più.

Questo album, il loro primo album, uscirà a breve e noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerli maggiormente dopo un ascolto attento e preciso.

Il loro genere si può definire un indie folk pop con tanto di violino virtuoso che condisce gli spazi bianchi tra vibrazioni e battiti sincopati di esistenze e vite.

Ci sono echi di”Of monsters and man” e degli “Iron Wine”, piacevole inoltre lo scambio di voci maschile e femminile in pezzi come”Bambù”.

Altri pezzi degni di nota sono la stupenda “Valentina” e la preziosa “Un fiore ed un pugnale”, piccole caramelle da assaporare lentamente.

Una ventata di aria fresca in un disco che prende al primo ascolto, lasciando dietro di noi tanta buona malinconia suonata e cantata in modo magistrale il tutto condensato da testi rilassati e talvolta pungenti: passare l’autunno con questa musica nelle orecchie sarà come essere distesi su di una spiaggia mentre nevica, senza però, sentire il freddo.