Cherrylli – Nomi (Autoproduzione)

Elementi contemporanei che incontrano il cantautorato più classico ed intimo ad accarezzare di voce e bellezza suoni a profusione che invadono l’etere riuscendo a creare una sorta di bolla onirica dove i racconti di tutti i giorni si sposano alla perfezione con un suono fresco e ben riuscito. Il disco di Cherrylli, all’anagrafe Sofia Malpeli, riesce a ricreare spazi e metafore di vita attraverso sensazioni mai conclamate, ma piuttosto aspettate e attese, sedimentate e in grado di dare valore e senso ai giorni che trascorrono inesorabili. Un diario di vita, uno sfogo, non di certo un passatempo poco impegnato. Tracce che si allontanano dalla fantasia per sfiorare la realtà grazie a radici pop ben strutturate, elementi che si distinguono e nel contempo capaci di creare un legame con il passato cesellando un disco davvero interessante.


Roslyn – Nomi (Autoproduzione)

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Voce sghemba e fuori controllo per un disco che associa poesia viscerale con qualcosa che è in comune con tutto ciò che ci portiamo dentro in un’alternanza continua pronta e inossidabile nel tempo. Il disco dei Roslyn si affaccia sul panorama dell’alternative italico, ma con piglio dei ’90 rispetto ad una musica contemporanea, intascando energia che si fonde con parole taglienti e di sicuro effetto pronte a rinfrancare l’etere utilizzando un linguaggio che produce e delimita, assottigliando i bisogni e scaraventando al suolo un’inutilità sempre presente. Canzoni di vita quindi che riescono ad incentrare il loro punto focale all’interno di desideri sempre nuovi di ricostruire certezze all’interno di una quotidianità che abbraccia e divora. Nomi, parole, disegni che via via si definiscono, ma che lasciano buona parte di sé all’immaginazione in visioni abbandonate ad un bicchiere di alcol lasciato sul tavolo e il desiderio inespresso di comunicare perennemente, con linguaggio poetico, un senso a tutto ciò che tocchiamo, un senso a tutto ciò che accarezziamo.