Grog – Men of Low Moral Fiber (Musichette Records)

Solo quattro pezzi di presentazione per un suono che da elettronico leggero passa ad un granitico impresso nella roccia capace di affondare le energie in motivazioni che vanno ben oltre la forma canzone, ma si attestato attraverso uno strumentale d’eccezione che vede il duo calabrese intraprendere un percorso in salita che sfiora apici rumorosi ed efficaci alternando il noise rock a strumenti più aggraziati come il glockenspiel o le tastiere. Luigi Malara e Filippo Buglisi danno vita ad una creatura, i Grog che grazie a questo Men of Low Moral fiber riesce ad entrare nel mood corale di un suon compatto ricordando i padovani Menrovescio e energizzando la forza sperimentale contando i secondi che passano in velocità da The great Jeeg in the sky fino a L.A. Crime e poi ancora per Got Ham e Give more water, please everybody per un disco prorompente che non lascia un minimo di fiato per respirare.

Grog – Your satisfaction, is our best reward (Musichette Records)

Nei Grog c’è il suono della tempesta e questo basta per scuotere gli animi dei timorosi, ma assetati di conoscenza, nei Grog c’è il gusto per l’indefinito e per la sperimentazione, in barba ad ogni benpensante e soprattutto fuori da ogni genere precostituito, nei Grog c’è la forza del tuono, ma anche l’attesa di scoprire le dilatazioni temporali che convivono in noi, calma e bisogno di esplodere, vulcani pronti ad ammantare l’aria di scintille di calore, tra costruzioni, decostruzioni ed impeto mai represso, noise rock incrociato all’elettronica direttamente da Reggio Calabria i Grog sono un duo formato da Luigi Malara al basso e Filippo Buglisi alla batteria e grazie a questo EP riescono a rendere efficace la loro proposta, un disco fatto di sostanza ed energia, mai calma piatta, ma piuttosto un moto ondoso che sospira con Intra e ripercuote nel finale con Kareem Abdul Jabbar, un duo che sa di vintage e generosità da vendere.