Chaos Conspiracy – Who the fuck is Elvis? (Overdubrecordings)

8 tracce che ti strappano la lingua lentamente, che si insinuano come serpe al collo e ti stritolano le materie prime che ti legano a questa vita carica di agonia e repentino incontrollo.

Un raggio di suoni che si amplia sistematicamente a rifornire di pesanti frastuoni un muro di chitarre gainizzate e messa a posta li per ricomporre ciò che era perduto, disperso, come barca in mezzo al mare che si porta con se ricordi, speranze, illusioni.

I Chaos Conspiracy fanno del grande indie strumentale con venature post e finalizzato al continuo discernimento del dovere, un distacco di maschere a gas che crea quel senso di assuefazione e lisergico letargo da cui dobbiamo uscire per combattere, sempre in ogni dove contro il logorio della macchina e del mondo.

8 pezzi che si librano tra RATM e Korn passando per suoni caotici in evoluzione.

Provare per credere I don’t wanna be your Ipod passando per Calogero Theory o ancora la dirompente title track.

Un chaos che in qualche modo si fa ordine, un rumore che tira le fila dell’indefinito in cerca di qualcosa che sempre e comunque risulta in divenire, tra l’astratto e il concreto tra l’improvvisazione e il costante incedere della novità.

Wu Ming Contingent – Bioscop (Woodworm)

Ci sta l’abbandono e la crisi generazionale che investe il proletario succube del potere.

Ci sta una mossa che ne vale almeno cinque in quanto pretende di essere quello che effettivamente è veramente.

Ci stanno i Wu Ming Contingent che snocciolano canzoni come fossero attimi di incorposa e sinuosa crudeltà verso un mondo polverso fatto di strade tra alti palazzi dove il fumo si alza in cielo nascondendo il reale, il vero e tutto ciò che può sembrare tale.

Un gridato che abbraccia la new wave e il post rock and roll toccando Lindo Ferretti quando ancora aveva qualcosa da dire e quando ancora il sudario era un pezzo di straccio pieno zeppo di pioggia dopo una performance da urlo.

I nostri scarnificano la massa e dicono che così il mondo non va bene, non funziona e si intravedono spiragli di luce solo nel seguire una determinata via racchiusa da confini immaginari.

Vapore e nuovole stridenti che si ascoltano in pezzi come Soladato Manning o in Italia mistero kosmiko lasciando tracce di lati B in Dio Vulcano! e Socrates.

Un disco di protesta e congiunzione, di rabbia e ricongiungimento verso un orizzonte che stenta ad arrivare, verso un’alba ancora priva di colore; per fortuna ci sono gruppi come i Wu Ming Contingent ad illuminare la via e a dare un senso a tutto questo.