The Rootworkers – Attack, Blues, Release (Autoproduzione)

Potrebbe essere un'immagine in bianco e nero raffigurante 4 persone e persone in piedi

Pura psichedelia sporcata di blues per questo EP da ascoltare tutto d’un fiato. Un album in grado di attraversare decadi di rock condensando in poco più di un istante un desiderio, un sentore, una fotografia di un tempo che non c’è più grazie ad un suono che scorre senza chiedersi troppo, ma che inevitabilmente attinge agli anni settanta tutta una serie di stilemi capaci di rievocare momenti che non torneranno. La band marchigiana getta, nell’immenso mare delle produzioni odierne, un album che suona fresco e vitale. Distorsioni che incontrano lo swing e fanno ballare chi ascolta, in una sorta di trance perpetua. Da Work all day fino a Another night, passando per Lonesome boy e To leave nobody, i The Rootworkers incastonano coraggio e improvvisazione per un disco deflagrante.


   

Cherrylli – Nomi (Autoproduzione)

Elementi contemporanei che incontrano il cantautorato più classico ed intimo ad accarezzare di voce e bellezza suoni a profusione che invadono l’etere riuscendo a creare una sorta di bolla onirica dove i racconti di tutti i giorni si sposano alla perfezione con un suono fresco e ben riuscito. Il disco di Cherrylli, all’anagrafe Sofia Malpeli, riesce a ricreare spazi e metafore di vita attraverso sensazioni mai conclamate, ma piuttosto aspettate e attese, sedimentate e in grado di dare valore e senso ai giorni che trascorrono inesorabili. Un diario di vita, uno sfogo, non di certo un passatempo poco impegnato. Tracce che si allontanano dalla fantasia per sfiorare la realtà grazie a radici pop ben strutturate, elementi che si distinguono e nel contempo capaci di creare un legame con il passato cesellando un disco davvero interessante.


Il Dallas – Io sono dinamite (Autoproduzione)

IL DALLAS - IO SONO DINAMITE - TuttoRock Magazine

Suoni a profusione che riempiono l’etere di parole in grado di comunicare un mondo in decomposizione attraverso un esercizio di stile che diventa essenzialità sospinta e congiunta in un’alterità che sposa il rock d’oltreoceano consegnandoci una prova, a tratti, davvero elettrizzante. Nel nuovo de Il Dallas troviamo echi irrisolti che toccano corde profonde ricordando le sferzate punk di Ferretti nei CCCP per approdare ad una contemporaneità che a tratti si rispecchia nei primi lavori di Il teatro degli orrori. Io sono dinamite ritrova il rock d’autore attraverso il racconto, senza sosta, di una società al limite. Una società che deve fare i conti con i suoi vizi, con i suoi errori. Il risultato d’insieme convince per l’eterogeneità della proposta e per un bisogno sempre vivo e nuovo di comunicare oltre ogni aspettativa.


La methamorfosi – In dolore (Autoproduzione)

IN DOLORE - LA METHAMORFOSI - recensione

Il suono di Seattle concentrato in Friuli per un rock d’oltreoceano che ricorda le elucubrazioni degli italiani Verdena ad impreziosire di viscere dorate una musica alternativa che non cerca le mezze misure, ma si attesta fondamentale visione di ciò che sarà. La methamorfosi, con il loro secondo disco, ci accompagna all’interno di un mondo destrutturato a dovere in cui la cripticità dei testi si sposa con parti strumentali deflagranti pronte a donare impeto e rivoluzione ad un album in continua evoluzione. Le ali, Madre, Mi soffoca, Tocchiamo il fondo sono gli elementi essenziali e portanti per comprendere una poetica che viaggia oltre confine. In dolore è un disco cangiante. Un album, a tratti, sorprendente.


Marco Bonvicini – Wild silence (Autoproduzione)

Marco Bonvicini - Wild Silence testo lyric

Introspezioni sonore che aspirano ad un posto d’oltreoceano in grado di attraversare la forma canzone e condensare gli attimi all’interno di momenti che non torneranno più. Richiami sonori, echi lontani di movimenti unici e irrefrenabili che uniscono una voce calda e avvolgente all’interno di scatole addobbate per l’occasione con il profumo della natura, delle terre selvagge, del pensiero che va oltre le consuetudini del momento. Wild silence è un disco composito, quasi un disco corale, dove passione, capacità tecnica e buon gusto incontrano il cantautorato acustico e lo fanno evolvere attraverso accattivanti visioni di una contemporaneità matura. Il disco di Marco Bonvicini è un piccolo scrigno di segreti. Un album raffinato e sicuramente riuscito che non passa inosservato nel folto panorama della musica italiana.


Itdj – De Mon Demon (Autoproduzione)

Giù! | ITDJ

Hip-hop condensato e d’atmosfera a raccontare passioni simultanee e desideri inespressi attraverso una musica che colpisce e scandaglia l’etere grazie a parole in pressofusione che lacerano e conquistano al primo ascolto. Itdj percepisce le inquietudini di questo nostro tempo riconsegnandole attraverso una musica fatta di sperimentazioni elettroniche e campionamenti sotterranei a recuperare il perduto, a recuperare un barlume di desiderio che qui si esprime alla massima potenza. Pezzi come Sparo a zero, Giù!, Tutti contro tutti, Come li ricordi sono emblema portante di un mondo in dissoluzione che qui vive attraverso condensati di una musica parlata che trova nelle sfumature del nero e dell’oscurità un punto di ancoraggio col nostro esistere.


Lola & The workaholicks – Puzzle di me (Autoproduzione)

Puzzle di me" è il nuovo album della band toscana Lola & The Workaholics - Posta Indipendente

Elementi distintivi regnano sovrani all’interno di un puzzle fatto di mescolanza e accoglienza dove il tempo è elemento unico in grado di comprimere spazi e dare una visione comune di fratellanza e bellezza. Il disco dei Lola & The workaholicks riesce a stupire grazie ad un insieme eterogeneo di parti a formare questo Puzzle di me che sembra quasi una raccolta, un punto necessario da cui partire per creare condivisione sincera che guardare oltre le abitudini. A tre anni di distanza da Romance i nostri tornano con una musica fresca, ma che nel contempo sa colpire e toccare quei punti che ci fanno stare ancora in vita. Da Arafet a Molecole, passando per Granito, Ian, Lose yourself, il sound dei Lola & The workaholicks è ancora un elemento cardine di questa nostra realtà multisfaccettata e da scoprire.


La belle epoque – Demoni (Autoproduzione)

Demoni

Musica d’autore in equilibrio tra libro aperto e bisogno sempre nuovo di poter comunicare un’ambizione, un mondo diverso, possibile, reale. La belle epoque scava negli anfratti dell’anima per cercare movimenti satellitari che confluiscono in un cantautorato già sentito, ma pieno di rimandi alla quotidianità. Una musica che diventa carta geografica necessaria per comprendere i movimenti del nostro esistere attraverso canzoni che si fanno specchio interiore, bellezza da scoprire, costruzione metaforica di un avvenire diverso. Pezzi come l’apertura affidata a I primi giorni d’Autunno, passando a In piena, Inchiostro e seta, Una piccola tregua, Montecarlo sono l’emblema di un passato che non c’è più. Uno stile concentrico a ricreare atmosfere dove la poesia incontra la prosa e dove il sudato nostro rincorrere il momento qui è lasciato al tempo che verrà, immortalato da una polaroid, per un risultato d’insieme che regala attimi che non torneranno più.


Clorinda feat Massimo Iacobacci – Jazz novilunion (Autoproduzione)

Clorinda feat Massimo Iacobacci: "Jazz NovilUnion" recensione

Canzoni contaminate. Pezzi intrisi di significato ad imbrigliare, nel grande palco chiamato vita, fasci di luce pronti ad includere elementi eterogenei e mai lasciati al caso. Il sodalizio di Clorinda con Massimo Iacobacci è sottolineato dalla creazione di un disco che diventa quadro dipinto carico di elementi sensuali, vaganti, elementi compositi a creare la scena, tassello dopo tassello, per un risultato d’insieme esaltante e mai banale, ma capace di far confluire jazz, blues, world music in un solo, piccolo, grande album. Estasi, Favola, Scacchi, Fermo immagine sono solo alcuni degli episodi di un album complesso e multiforme. Un risultato proposto che non delude le aspettative perpetuando l’idea fondamentale di un’architettura oltre le barriere, oltre il vissuto, oltre questo tempo, oltre.


LOMII – We are an island (Autoproduzione)

WE ARE AN ISLAND - LOMII

Disco per viaggiatori esistenziali che ricorda per certi versi le elucubrazioni sonore dei Rue royale. Una mescolanza di indie, di pop, di musica folk, di voci che si intrecciano in grado di creare atmosfere uniche e per certi versi irripetibili. We are an island nasconde una bellezza cosmica, una bellezza dal sapore di altri tempi che vaga nell’eternità e cerca nel bagliore del momento un segno, un gesto, un senso profondo a questo stare al mondo. I LOMII ci consegnano un album d’esordio carico e introspettivo. Dentro ci si ascoltano gli Of monsters and men, i Postcards, ma anche tutta una serie di influenze che abbracciano la tradizione, donando il profumo tangibile di un sogno ad occhi aperti. Meraviglia l’inizio affidato a The traveller passando per Mary Ann, Pale Skin, My house is your home, Kismet per un risultato d’insieme sorprendente, luminoso, immensamente vasto.