Mat cable – Everyone just going through something (Alka Record Label)

Disco in inglese tirato e sudato a ricoprire il suolo di anfratti metafisici e superficialità lasciata alle spalle per un album che gronda sudore e nel contempo accoglie, attraverso una musica indipendente, un senso condiviso, una questione aperta, un’esigenza diversa nell’avvicinarsi al rock alternativo con voglia di sperimentare. Quello dei Mat cable non è un disco di sola potenza, ma piuttosto è una giusta commistione tra liriche ispirate e musica che non smette di vibrare. Pezzi come Terror, You like me e Your fire non passano di certo inosservati e non lo sono da meno le canzoni impetuose che si muovono alla velocità della luce lungo l’intera produzione. Everyone just going through something non è soltanto un disco immediato, ma anche un’energia viscerale sempre pronta a colpire ad ogni latitudine.


Giumara & PinkNoise – Senza Rumore (Alka Record Label)

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Elettronica di confine che si sposa con il pop rock e intesse elementi di essenzialità velata all’interno di un mondo concentrico e in continuo cambiamento. Senza Rumore è un disco che incrocia in modo indissolubile passato e presente. Una bolla d’aria che parla di questa nostra società e si lascia ammaliare da un cantato in italiano che incisivo diventa quando si tratta di parlare della nostra quotidianità rivisitata. Inscatolato e confezionato questo disco apre con una canzone davvero sorprendente, La Ferrovia, pezzo che riesce forse a racchiudere al proprio interno il senso profondo dell’intera produzione. Elementi di congiunzione poi fanno si che canzoni come Limite, Il Vento, Femminicidio, La Tentazione siano collegate da un filo invisibile che porta i nostri a creare, in modo del tutto naturale, un buon album eterogeneo.


La Confrérie De Vic – Una Italienne à Paris (Alka Record Label)

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Suoni vicini all’immaginario di una world music che dissemina insegnamenti, stile e capacità di sorprendere ascolto su ascolto. Una musica d’oltre frontiera in grado di ammirare da vicino le sfumature di suoni e colori che si avvicendano e non passano inosservati, ma si fanno prettamente pop per abbracciare più gente possibile, abbracciare più stili in un’unica visione d’insieme. Il disco di La Confrérie De Vic, all’anagrafe Sara Cicognani, è un album che affaccia la testa, gli occhi e il cuore al mondo della poesia che non conosce barriere. Un mondo rivisitato ricco di contaminazioni tra lingue diverse, tra aspirazioni e inquietudini e amori da conoscere e riconoscere sul sentiero della vita. Un disco fresco, bello nella sua completa e più totale armonia e in simbiosi con quello che ci gira intorno. Un insieme di tracce semplici, ma ricche di sfumature e pensieri che vanno oltre il quotidiano vivere.


Martino Adriani – E’ in arrivo la tempesta (Alka Record Label)

album È in arrivo la tempesta - Martino Adriani

Cantautorato atipico in chiave rock che scruta gli anfratti di questa nostra quotidianità attraverso una musica circolare capace di raccontare i nostri giorni e inquadrando vapori e umori di questa società attraverso nove canzoni ben arrangiate e altamente comunicative. Martino Adriani scivola da un passato Ivan Graziani fino a toccare le sonorità di Colapesce o Dimartino per un connubio di pezzi estrapolati dal cilindro della vita e qui rivolti all’interno di un percorso che raccoglie all’interno delle esperienze reali piccoli pezzi per costruire e addomesticare un presente in bilico e perennemente in evoluzione. E’ in arrivo la tempesta racconta indissolubilmente di questo nostro universo che abitiamo, da Ariel passando per Demoni, Paranoic Village, Il mio mondo il nostro costruisce architettura dal piglio moderno pur concedendosi un tuffo nel passato per una poesia in musica che acquisisce un certo spessore ascolto su ascolto, nell’indefinito errare di un cantautore alla ricerca della propria strada. 


Le Mondane – I giorni della marmotta (Alka Record Label)

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Folk e pop che sin incontrano all’imbrunire attraverso canzoni che dipingono nell’etere un amore per una tradizione che affonda le proprie radici nel tempo ormai passato, nel tempo da ricordare e da ritrovare in un mondo che corre sempre, troppo veloce. Le Mondane realizzano un primo disco di cesello, improntato sulla formula voce, cori in sottofondo e amore per quel battere e levare che illude sogni e si tramuta in passione per ballate oltreoceaniche da cantare fino a quando il giorno non diventa sera. I giorni della marmotta è un insieme di natura selvaggia e sentimenti, da Eddie Vedder agli Of monsters and men ad incentrare il proprio limite in qualcosa da superare sempre e comunque per un buon disco d’esordio capace di unire in modo naturale la canzone popolare con qualcosa di più sofisticato e indipendente. 


On the moon – Episodio 1 (Alka Record Label)

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Rapide emozioni che con disincanto e praticità si immolano in un primo episodio di rock urbano pronto a sedimentare nelle coscienze frammenti di personalità da far assaporare all’interno di un mondo variegato e conciso. Quattro pezzi che si lanciano veloci e costruiscono un esordio che parla di fallimenti, paure, bisogno di andare avanti, attraverso un incedere che non lascia scampo tra le macerie di questo tempo. Il rock nella sua forma più classica e ben espresso attraverso un pizzico di alternative colorato mescola il pop degli anni ’90 grazie ad un cantato in lingua italiana che non cerca le mezze misure. Episodio 1 mira all’originalità attraverso quattro pezzi che danno il giusto rilievo ad una prova interessante che attende nuove aperture. 


God of the basement – God of the basement (Alka Record Label)

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Oscurità pronta a colpire e ad uscire allo scoperto intrecciando i brividi di una generazione raccolta qui in questo disco attraverso elucubrazioni sonore che entrano ed escono facilmente all’interno dei nostri pensieri producendo interesse per una materia cangiante e in continua mutazione. L’omonimo dei God of the basement racchiude al proprio interno un rock contaminato dal funk, dallo stoner e da un rock’n’roll che non si chiede troppo, ma che tenta una ricerca simultanea e non abbandona al suolo la polvere, ma piuttosto trasforma la materia in qualcosa di vibrante e di sempre vivo. Il disco della band fiorentina è un concentrato onnivoro di resistenza che si esprime in pezzi come Hell Boar, We do know, Kay, Get Loose, un insieme di pezzi che sprigiona attenzione a non finire e cura nel veicolare significati grazie ad un’energia che sembra non esaurirsi mai. 


Officine Bukowski – Il primo giorno d’Inverno (Alka Record Label)

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Viaggio senza mete e confini alla ricerca di qualcosa che mai e poi mai riusciremo a trovare in questa terra, tra le divincolate oppressioni di questo nostro tempo e il bisogno di osare sempre e comunque. Le Officine Bukowski danno vita ad un disco che è anche un salto perenne nell’amore di questi giorni, tra la rabbia e l’abbandonato, tra il bisogno costante di cercare la propria strada da seguire e un proprio senso di appartenenza nelle miriadi esistenziali che ricoprono la nostra anima. C’è dell’elettronica all’interno di Il primo giorno d’Inverno, c’è il rock dei Placebo e quello dei nostrani Sick Tamburo, c’è l’esigenza quasi mistica di comunione con il cambiamento e la meraviglia che assale ascolto dopo ascolto. Importante e incisiva fin da subito la voce di Debora Chiera e le collaborazioni con Paolo Saporiti e Gian Maria Accusani solo per citarne alcuni. Il primo giorno d’Inverno è l’incontro e la rappresentazione di una rabbia che esplode, di una rabbia che ha trovato il proprio punto di fuga. 


Leonardo Angelucci – Questo frastuono immenso (Alka Record Label)

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Cantautorato affacciato al mare della vita e perennemente in bilico, perennemente in equilibrio con tutto ciò che ci portiamo dentro, all’interno della valigia del nostro cuore, quello stesso cuore capace di nascondere segreti circostanti e intensità mai in secondo piano. Il disco di Leonardo Angelucci racconta di amori e di felicità soppesata, racconti di inquietudine e bisogno di cambiare un mondo che non gira, un mondo che non funziona per un  insieme di canzoni che non si nasconde sempre dietro al velo dell’ironia, ma piuttosto fa della stessa ironia un’arma imprevedibile, ma vincente, per catturare l’attenzione e veicolare significati. Questo frastuono immenso è un disco sulla nostra società, un album studiato a tavolino, dove le emozioni non passano inosservate, stabilendo, con l’ascoltatore, un rapporto quasi simbiotico e riconoscibile, un rapporto unico e prezioso. Il nostro, attraverso questi brani, trasforma la felicità in qualcosa di vicino e sperato, cosa assai rara e unica di questi tempi. 


La chance su Marte – Come ci viene (Alka Record Label)

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Rock sopraffino e d’autore che si stampa al di sopra di infinite longitudini e ci porta in un istante a coprire spazi lontani e inesplorati all’interno di capsule spaziali sonore a vedere la luce. La chance su Marte intelaia, attraverso strutture narrative, una prova che ha il gusto per il passato, ma nel contempo soppesa l’elettronica cangiante riadattandola per questo e altri scopi in una convinzione che nelle otto tracce proposte diventa sodalizio imprescindibile con quello che viviamo ogni giorno. Otto pezzi che sono otto racconti dove i protagonisti di tutto questo si domandano, vivono, si consumano e amano in un cerchio chiamato vita che raggruppa inevitabilmente tutte le nostre esperienze più profonde. Canzoni come l’apertura La chanche su Marte, Oceano, la stessa title track, Giovedì sera sono forse i punti di contatto con un qualcosa a cui non sappiamo dare un nome, ma che segna le nostre vite e i nostri traguardi, per un disco d’esordio davvero consistente e dal forte impatto emozionale.