Fireground – Fireground (VREC)

⚫️ FIREGROUND - Worm (Official Video) - YouTube

Produzione impeccabile dal forte sapore internazionale. Produzione cesellata a dovere che racchiude gli echi della fine dei novanta all’interno di una bolla musicale ricca di sfumature legate alla ricerca sonora e al bel canto atmosferico per un risultato d’insieme coeso ed emozionante. L’esordio dei campani Fireground non aggiunge nulla di nuovo al panorama musicale attuale, ma quello che ci viene proposto è fatto talmente bene che ascoltare questa sound studiato e implementato a dovere è magia imprevedibile e continua. Echi di Jeff Buckley, degli Smashing Pumpkins di Siamese dream, dei Foo Fighters e di un certo amore per le linee armoniche di una new wave emozionale si fanno largo per completare una visione d’insieme a tratti unica. L’intera produzione, curata da Pietro Foresti, già con Guns ‘n’ Roses, Korn, Asian Dub Foundation è il fiore all’occhiello di un’espressione artistica considerevole per un disco davvero piacevole e capace di veicolare significati da valorizzare.


Marco Graziosi – Marco Graziosi (VREC)

Marco Graziosi – Marco Graziosi (Vrec, 2021) -

Spensieratezza onirica racchiusa all’interno di scatole aperte e colorate, una sorta di matrioska chiamata vita pronta a stupire grazie ad un’energia che non è mistica, ma è purezza all’interno di un’esistenza crudele, vera, reale. Il disco di Marco Graziosi, conosciuto ai più per aver fondato con Anna Gaetano la Rino Gaetano Band, è un insieme di spaccati di vita, di polaroid esistenziali che raccontano di fatti, piccoli avvenimenti, avventure quotidiane a riscoprire in un certo qual modo l’essenziale e l’indescrivibile del nostro incedere. Il disco omonimo del cantautore di Rieti strizza l’occhio allo stile del compianto Gaetano dando un valore aggiunto di contemporaneità meno naif, ma più radicata, nelle vicissitudini di ogni giorno. Eri mia, Lascivo, L’amore a tempo determinato, Dove hai messo cappuccetto rosso, Di ritorno dal tuo odore, A cantarti ci provo sono solo alcuni dei momenti più importanti di questo disco che fa della leggerezza il punto più alto per comprendere una poetica d’insieme del tutto personale e sentita.


Vankery – New life (VREC)

VAN KERY ▻ New Life (Vinile / Pre Order LP ) - Vrec.it

Anni settanta gridati a squarciagola con un pizzico di echi legati alla decade successiva caratterizzano un’uniforme visione granitica di ciò che è stato all’interno di un compartimento stagno dove l’imprevedibilità non è di casa, ma piuttosto, il tutto, sembra quasi un omaggio, un lascito verso ciò che non c’è più. Blues, rock, strade infinite da percorrere e ritmi in prosecuzione costante regalano una nuova vita ai nostri Vankery che per l’occasione partoriscono un’idea che potrebbe sembrare desueta, ma che in verità nutre costantemente l’esistenza di numerosi estimatori. Il disco, composto da nove brani, stupisce per compattezza d’insieme, pochi orpelli e tanto sostanza interiorizzata dalla band di Catania che effettua un tuffo nel passato per regalarci un amarcord contemporaneo da vivere ascolto su ascolto. Da Runaway, singolo di apertura, fino a Let me sleep, passando per Perfect love, Chasing me, la stessa title track, i nostri sanno suonare, sanno comporre e riescono a dare modernità viva e lucida ad atmosfere a tratti non più respirabili, ma perennemente vive.


Francesco Setta – Fenice (VREC)

FRANCESCO SETTA - Fenice - TuttoRock Magazine

Incursioni metafisiche quasi psichedeliche incorniciate da un mantra in loop continuo a diffondere in una commistione perpetua rock, cantautorato e rap. Sentimenti westernati affacciati sulla contemporaneità. Una musica in collisione con le forze del passato che cerca di reinventarsi e far capolino all’interno di un panorama spesso asfissiante e letargico. Il disco di Francesco Setta parte in quarta, senza lasciar spazio ad un solo respiro. Cerca di entrare nelle orecchie dell’ascoltatore grazie ad un linguaggio semplice, diretto, ma nel contempo sofisticato, grazie ad una prova dove metrica, armonia e buon gusto si fondono per lasciare il segno. Un collo per una forca è forse il principio e la fine di un album multisfaccettato. Un disco che non ama le mezze misure, ma trova un proprio sentiero, una propria strada da seguire lungo le dodici tracce proposte. Fenice, prodotto da Max Zanotti, è un album per chi ama le sfumature e la preponderanza della lingua. Un disco articolato e di certo non banale che trova un punto di fuga laddove tutto sembrava essere perduto.


Valerio Sanzotta – Naked (Oltre lo specchio) – (VREC)

Da De Gregori a De André un prezioso Valerio Sanzotta ci regala un disco stampato su vinile in sole centocinquanta copie numerate a mano. Un album che parla di donne e parla di uomini. Con delicatezza e con incisività. Con occhi che vedono e cuore che sente. Naked (Oltre lo specchio) è un album pregno di concetti, di pensieri e di emozioni. Un insieme di canzoni necessarie per comprendere i rapporti, per delineare l’incomprensibile violenza umana, per ammirare dall’alto e nell’altro i sottili fili che ci tengono ancora in vita. Giulio Casale e Diana Tejera entrano in punta di piedi, con lo stesso autore, per raccontare una parte di questa poesia in musica. Ci sono elementi che non si scordano facilmente. Anche tu (Song for Nick Drake), l’interpretazione di Good woman di Cat Power, Solo la neve, Ho visto tutti gli occhi solo per citarne alcuni sono parte fondamentale di un tutto che sembra parlarci e sussurrare che sembra andare oltre le costrizioni di ogni giorno per guadagnare, con decisione, il giusto spazio di libertà. 


Vondatty – Nemico pubblico (VREC)

VonDatty “Nemico pubblico” - Rock Nation

Atmosfere cinematiche anni settanta per un dischetto incapsulato nel duemilaventi e pieno di rimandi ad una scena pulp ricca di immagini e divincolata volontariamente dal cantautorato contemporaneo. Ritorna il musicista romano Vondatty, all’anagrafe Roberto Datti, con un insieme di pezzi in grado di attraversare il tempo e centrali ad una forma canzone che guarda al noir con un gesto d’intesa e soddisfazione. Liriche in simil poesie si sposano con singoli utili per comprendere l’interezza e l’omogeneità di questa produzione. Spleen, Maledetti giorni, Hanno bendato il mio cuore sono solo piccole parti di un contesto più ampio e vivace dove fumosi anfratti di città si fondono con la notte, con i racconti di vita e con l’inspiegabile, ma arcano bisogno, di appartenere a quella corsa chiamata esistenza scandita dalla quotidianità. Rumori, voci narranti, peripezie eleganti per un insieme unico di canzoni incisive e sicure nella propria direzione.


Alteria – Vita imperfetta (VREC)

Alteria

Graffiante e suadente. Capace di contenere ed esplodere. Ben arrangiata e potente. E’ tornata Alteria con il terzo disco. E’ ritornata a ricoprire spazi di rock mescolati all’elettronica grazie ad una voce graffiante e incisiva. Grazie ad un connubio oramai rodato di testi, musica e cuore.  Vita imperfetta è un album rock. Ci sono piccole incursioni autoriali, ma nel complesso la nostra riesce ad immagazzinare bellezza per trasformarla in distorte visioni su tappeti sonori e assoli. Un album concentrico che riesce ad abbandonare la polvere del passato per dare nuova linfa vitale a costruzioni mentali che amplificano immagini e scardinano la realtà attraverso dieci canzoni che sono un diario di vita, un racconto della stessa autrice. Vita imperfetta sembra uno spartiacque tra passato e presente. Un insieme di ricordi sulla linea temporale dell’esistenza dove i granelli di sabbia di una clessidra non sono altro che visioni e persistenti realtà da assaporare sul far della sera.


Flavio Ferri – Testimone di passaggio (VREC)

Nuvole di polvere metropolitane intersecano un’elettronica sapientemente oscura nel rintracciare elementi discostanti e reali da rendere questo disco un atto supremo di bellezza da cogliere. Flavio Ferri, raduna all’appello, tra gli altri, Carlo Bertotti già suo compagno nell’avventura Delta V, Gianni Maroccolo, Livio Magnini dei Bluvertigo, Marco Trentacoste dei Deasonika e ai testi Luca Ragagnin già autore per i Subsonica. Un’imponente collaborazione caratterizzata dalla ricerca di un punto di non ritorno attraverso la quotidianità che attanaglia. Un misto di rock elettronico ad incalzare nel buio sperimentale un senso di vuoto che parte dalla voce dello stesso Ferri. Una voce profonda e cavernosa che racconta di che cosa siamo fatti, racconta di sollievi da raggiungere in un’epoca che sembra chiudere le speranze attorno alle nostre sensazioni. Una mirabile prova d’insieme intrecciata alla costante e meravigliosa ricerca di un posto da occupare nel viaggio chiamato vita che non fa sconti al talento, ma rende necessaria la scoperta che valica i confini, rende necessaria l’insaziabile esigenza di costruire elementi adatti al futuro. Flavio Ferri ci regala una testimonianza di tutto questo.


Redswine – Clodhopper rock n’roll (VREC/Audioglobe)

Clodhopper Rock'n'roll by RedSwine

Potenza di fuoco impressionante per un esordio al fulmicotone in grado di ridare vita ad un genere passato che qui viene rispolverato con un certo gusto e una certa classe. Palchi in fibrillazione quindi che attendono di far suonare, speranzosi, i nostri Redswine, portatori di un sano rock d’oltremanica e d’oltreoceano in grado di scaraventare al suolo anni e anni di abbandoni con pezzi che corrono alla velocità della luce trasportando energia in divenire e tanta sostanza da incanalare. Clodhopper rock n’roll ci porta immediatamente ai fasti e alle conquiste di band come Led Zeppelin, The Who, Rolling Stones in un concentrato atomico e roboante fatto per colpire e stupire, altisonante quanto basta per dare la giusta direzione da seguire. Sei pezzi soltanto per un EP di potenza dichiarata. Sei pezzi di un’energia primitiva ricca di sfumature che rende il classico desueto un qualcosa di attuale e originale.


Nicola Lotto – Si comincia così EP (VREC/Audioglobe)

Si comincia così by Nicola LottoOscurità che avanza a riscoprire parte di un mondo perduto tra le coperte invernali di un sogno mai esistito. Una luce in fondo al tunnel. Una luce, qui anche traccia d’apertura, affidata alle sublimazioni in divenire di Edda per far parlare l’intero disco di Nicola Lotto, cantautore padovano capace di prodezze in formato tascabile da assaporare lentamente. Si comincia così infatti parte proprio da un’interiorità che scava nelle introspezioni malinconiche dello stesso cantautore, nelle introspezioni malinconiche di ognuno di noi. Un album che si apre con morbidezza piano piano, ma che non risparmia lame taglienti con l’avvicendarsi delle canzoni proposte. L’esistenza, il vivere il momento, la consuetudine raccolta, sono alcuni degli elementi distintivi di questi sei pezzi di mirabile intensità atmosferica. Prodotto da Andrea Liuzza, l’album dell’artista padovano ci rende partecipi di un qualcosa di grande, da scoprire però attimo dopo attimo, pezzo dopo pezzo, in un concentrato autorale che mescola teatro e canzone in una sorta di bellezza in prosa di notevole livello.