Rock sferzante, brioso, impreziosito da eleganti e palpabili incontri dilazionati che si lasciano vincere dall’orgoglio, combattendo la paura che attanaglia le persone costrette dall’apatia e dal disagio a rintanarsi dentro a lugubri case dove l’unica fonte di illuminazione è il chiarore della Tv.
I nostri però sono di un’altro pianeta e dal satellite luna i Vostok raccontano un’altra cosa; la vita è un’insieme di vicende e vissuti che si identificano in un piano più ampio, più maturo ed essenziale, si ritorna alle origini per proporre una musica che non muore mai, che non deve morire mai.
Ecco allora che tracce scendono veloci come acqua alle rose, segni del tempo non se ne sentono, anzi, il bagliore che la loro energia sprigiona è raccontata in pezzi come Solo un’ora, uno scorrere inesorabile, trattenendo il fiato, verso mete lontane da cui possiamo solo ricavarne l’Odore.
Un disco fresco e quasi essenziale per le giovani leve che avanzano, perchè ti fa capire come un genere sperimentato da decenni possa essere sempre in qualche modo rinnovabile, più vero, più puro.