Borrkia big band è il progetto solista del mitico batterista del Maniscalco Maldestro che nella nuova proposta si cimenta con la chitarra e la voce, strumenti essenziali che fanno da apripista a tutta una serie di altri componenti preparati all’occasione, rispolverando sax e trombe in gran lustro.
Ascoltare questo album è come fare un grande tuffo nel passato in un mondo color pastello dove il rock and roll si mescola in maniera sopraffina al blues e le semiacustiche acquisiscono un valore essenziale rendendo il tutto molto swingato, un continuo vortice di canzoni che fa ballare ininterrottamente fino a tarda notte.
Questo disco non è però un semplice contenitore di note al solo scopo di intrattenere con piglio deciso l’ascoltatore, questo album è un diario di pensieri e di vita dove lettere si incrociano con vissuti, esperienze, ecco allora che pezzi come Avevo un angelo ci introducono in un mondo di sogni infranti “Hai corso già abbastanza da farmi perdere…Ed io non posso cancellare storie vissute” oppure in Fila diritto al lavoro si raccontano giorni e speranze “Ma voglio scrivere, studiare, voglio vivere…non voglio stare qui da solo a lavorare, è una storia che non posso perdere”.
Ci sono contenuti in questi pezzi, c’è un po’ di morte e tanto ritorno, un piccolo sprazzo di felicità dolente che si inerpica giorno dopo giorno, attimo dopo attimo.
Stefano Toncelli ha il pregio di aver trasformato un genere che poteva essere considerato quasi velleitario, in un qualcosa di più importante, un viaggio che è un passaggio obbligatorio, un viaggio che incorpora energia e vita, piccole chiacchiere di paese che sono radici per il nostro domani.