Talea racconta della vita, una vita intrappolata che è pronta a nascere da un momento all’altro, che è pronta a disorientare e a comprimersi a dare un senso al tutto destreggiandosi tra le incapacità di concludere e di portare a termine, ma con gli occhi protesi in avanti a segnare un’ancora di salvezza per un nuovo futuro.
Il cantautore Alessandro Viti ci regala una prova sincera e onesta, ricca di sfumature che toccano il cantautorato d’altri tempi per portarci con la mente a ricreare nel nostro interno sensazioni lontane legate dal filo del ricordo e dallo scorrere della vita, tra la terra, l’acqua e il fango, il seme che nasce si sviluppa e muore in un circolo che non ha fine, ma che si trasforma in modo elegante e coinvolgente.
Gli arrangiamenti sono ben calibrati e il tutto si muove tra una mistura congegnata di sapori per il gusto classico tra violini e sintetizzatori a ricreare un’atmosfera delicata e soppesata che non ha passato ne presente, ma che guarda al futuro in modo emblematico e coinvolgente, segno di capacità espressiva fuori dal comune.
8 pezzi in bilico tra un cantautorato di riflesso tra Lucio e Battisti e Nomadi, guardando alle introspezioni di Capossela e Luigi Tenco ricreandosi giorno dopo giorno.
Talea è strumentale d’ingresso che si amplia a dismisura per accogliere Sotto la tua stessa luna, per passare alla bellezza de l’Essenza e poi via via con Il segreto e Ho fatto Naufragio, concludendo con Talea, in una nuova terra.
Un disco pieno e carico di melodia che racchiude l’essenza di un animo poetico, Viti racconta la vita e non possiamo che ammirarlo con stupore.