Adam Green – Aladdin (Rough Trade)

Il mondo colorato di Adam Green è un insieme di creature strampalate che prendono vita da una sostanza liquida che percorre tutto il tempo che va dalla musica dei Beatles fino ad oggi per una sostanziosa ricerca arrangiata per immagini in un film musicale spiazzante e delirante, una ricerca del pezzo giusto al momento giusto; una storia allucinata di un genio della lampada da mille e una notte, ma sotto anfetamine, che realizza i desideri di Aladino grazie ad una stampante 3D: la forma a cartoni prevale su tutto e dona alla musica una concezione alquanto interpretabile e destabilizzante.

Sono 19 canzoni, o meglio 19 pezzi che includono, a cadenza costante, dei momenti di dialogo presi direttamente dal film, in un concentrato surreale e onirico di brani che parlano di amori scaduti e andati a male, passando per argomenti, cari all’autore, come il sesso e la droga, il tutto coronato dalle ricercatezze quasi estreme di un Adam Green in ottima forma e pronto a lanciarsi verso orizzonti sempre nuovi e del tutto reali, ricordando il Badly drawn boy degli esordi con il suo magnifico The hour of bewilderbeast.

Un disco che nasconde grandi significati dietro ad una forma che può sembrare snodata ad un concetto essenziale e fondamentale, canzoni che hanno senza ombra di dubbio, la necessità di collegarsi alle immagini per rendere al meglio i pensieri di questo genio capace di mirabolanti imprese magiche stupendo il pubblico più eterogeneo volta per volta in un’ incessante ricerca ibrida tra cantautorato e vintage sopraffino.