Disco composito il nuovo di Cranchi, cantautore mantovano in grado di trasformare le visioni letterarie in qualcosa di contemporaneo che non passa di certo inosservato, ma si attesta a diventare piccola summa moderna per concentrati autoriali che arrivano a lambire i grandi del passato. Impegno sociale e attuale lotta contro questa quotidianità sono gli ingredienti necessari per comprendere il quinto disco in studio del nostro poeta della pianura che tra nebbie e ricordi racconta di uomini alle prese con un’esistenza al limite. Un disco di vincitori e vinti, di passaggi sconfinati verso montagne e luoghi senza tempo dove il sopravvivere sembra essere l’unica cosa necessaria, l’unico espediente essenziale per comprendere appieno l’altro. Gli arrangiamenti basici si fanno via via complessi e donano vitalità ad una proposta davvero interessante. Un disco che si fa sorgente e porta con sé gli amori e gli umori di un’epoca lontana. L’impresa della Salamandra è in fin dei conti un inno alla vita, una sperata ricerca di qualcosa che ci permette di essere un po’ più veri, un po’ più reali.