Esordio con il botto per la band di Bari che riesce ad incrociare in modo superbo un folk psichedelico con una forma cantautorale che ingloba il miglior rock alternativo d’oltremanica e d’oltreoceano. The Roost è un lavoro di cesello sopraffino, un concentrato di sogni che diventano realtà attraverso una musica che ti sa cullare, ma nel contempo attraverso un suono stratificato e unico riesce a rimandare inevitabilmente la mente a mostri sacri che hanno fatto la storia della musica contemporanea. Si snocciola facilmente un Bon Iver dell’omonimo album, passando per i Radiohead di Ok Computer fino a conglobare energia viscerale nei primi Muse di Showbiz, senza tralasciare malinconie post atomiche di band come Sigur Ros e Low. I Good Moaning creano un disco di poesia pura, un forma odierna di bellezza difficile da trovare in un esordio discografico considerando l’internazionalità della proposta. The Roost è un disco bellissimo. Non servono altre parole per descriverlo.