Wander – Kat gat sea (Wounded knife)

WANDER, Kat Gat Sea

Cassettina che racchiude i desideri di un nostalgico come il sottoscritto, per la seconda prova degli sperimentalismi assurdamente belli di Vincenzo De Luce e di Matteo Tranchesi, in arte Wander, che fanno della dissonanza in chiave desertica una matrice composita di luce notturna da improvvisazioni folk, quello vero e una caparbietà divincolata nel mantenere uno standard indipendente, già dal supporto dell’album che convince a dismisura.

Grazie anche ad una grafica che lascia molto all’immaginazione il duo ci trasporta laggiù oltre i confini inesistenti della nostra coscienza, ricordando i primi Gatto ciliegia contro il grande freddo e intersecando atmosfere da film horror con colonne sonore di rara apertura e sonorità ammaliante, capaci di creare un tutt’uno con l’ascoltatore in una immedesimazione che si apre proprio con la bellezza discostante dei discorsi di Unfinished departures, per coinvolgerci tra gli scheletri e le carcasse di For the time remaining fino a giungere alle profondità della bellissima Faded memories e nel vortice complesso di Black Powder, in un disco che si allontana di prepotenza da tutto ciò che potrebbe essere definito commerciale in nome di una passione e di un credo che si può percepire tra le stridenti melodie di corde metalliche abbandonate al tempo che verrà.