Incrociatori sonori che in modo ampio assecondano il moto ondoso della nostra anima per divincolarsi egregiamente dalle produzioni italiane dell’ultimo periodo e intascando una prova che sa di internazionalità vissuta e soprattutto pensata, ricca di atmosfere eteree e suggestive, capaci di creare una suggestione univoca carica di sorprese e lontana da qualsivoglia incasellamento per un disco ammaliante di bellezza e di luce.
Verdiana Raw fa sua la prova del tempo, una gestazione che da vita percependo gli anfratti della nostra coscienza in modo silenzioso, del tutto personale e immedesimandosi in ciò che verrà; ascoltare Verdiana Raw è sentire in lontananza gli echi degli Ours e del suo Jimmi Gnecco intrappolato nella mente di Tom Mcrae, abbracciando le sofisticazioni di Anohni e intessendo trame fondamentali per gli sviluppi di un disco tendente all’etereo e al sognante.
Ecco allora che le canzoni si fanno strada, partendo dalle trame circolari di Time is circular per concludere il viaggio con una title track di un’efficacia disarmante.
Le balene ci portano a seguire la strada giusta, ci portano sempre un po’ più là, oltre il conosciuto e oltre le formule dei preconcetti, un album personale, intimo e raccontato, una vita che esplode e noi pronti attorno, ad accoglierla nuovamente.