Valente – Il blu di ieri (Dischi Soviet Studio)

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Intrecci elettronici che si amplificano e ottenebrano una nostalgia che indissolubilmente diventa malinconia, raccontando di giorni passati, di esigenze nascoste, di nuove conquiste e di quadri immaginari da cui attingere il colore della velata introspezione: il blu. Un disco che parla di una tonalità rimembrando passati cosmici e sfiorando la bellezza intrinseca del camaleontico Bowie o la new wave dei britannici Japan per un insieme di canzoni che si affaccia all’orizzonte perpetuando un’oscurità che tende ad aprirsi dietro l’ombra della nostra vita passata. Il blu di ieri è un disco complesso e davvero ben arrangiato, un album fuori dal tempo e sicuramente fuori da questa modernità, fuori da questa attualità. Valente rispolvera l’importanza di scrivere, di incidere, di parlare attraverso la poesia toccando inevitabilmente le corde più profonde che ci portiamo dentro e che tante volte nascondiamo o in parte viviamo. Nove canzoni che diventano piccole perle a se stanti all’interno di un quadro dalle profonde visioni che da Sogni di te a All cats are grey parla e sussurra parole di speranza emotiva, di fragilità da raccontare.