Turkish Café – Cambio Palco (Autoproduzione)

Occidente e Oriente che si incontrano tra mercati e tra gli incensi, tra il vociare delle etnie e il canto sospinto che non ha mai fine ad impreziosire pezzi eterogenei, capaci di ammaliare ed entrare dentro al primo ascolto, in una sorta di compiutezza che si fa eleganza conturbante, senza un ordine preciso, ma il tutto è raccolto da uno scrigno di sapori e tradizioni che vanno oltre il nostro sentire.

I Turkish Café confezionano una prova che sa di mondo, che sa di freschezza, ma anche di passato, di radici lontane pronte a contaminarsi in un lungo sospiro, un cantato italiano che è pronto ad abbracciare altre culture, che si fa tessuto vivo per ogni fulgida apparizione.

Nel disco suonano decine di strumentisti, nella formula ospitale di chi sa dare un apporto sempre diverso e concreto come Erriquez della Bandabardò in un folk che incrocia una delicata elettronica e un pop ben confezionato e elegante.

12 tracce che si muovono fra numerosi territori e che non si stancano mai di cercare e incanalare le idee verso una nuova via, verso un mondo da scoprire e in qualche modo restandone contagiati, una purezza che si percepisce fin da subito con Controlla per passare velocemente al finale A Milion Years, tra saliscendi emozionali che ci abbracciano regalando energia.

Disco riuscito, grazie all’originalità che si perpetua nell’unione di più generi, una tavolozza di colori profonda, da mescolare e reinventare fino alla fine dei giorni.