Suoni elettronici a profusione si insidiano nella mente e lasciano quel senso di abbandonato fuori controllo all’interno di fraseggi musicali che percepiscono i cambiamenti del futuro e tentano di comprendere le sorti di un’esistenza sempre in evoluzione. Il disco dei The Peripheries narra di una meccanicità mai nascosta, ma piuttosto palesata e concentrica. Un suono che rimanda ai primi duemila senza disdegnare una post wave che riflette, in velocità cangiante, il futurismo di un disco che livella i sentimenti, li espande e tenta, con un sintetico rumore di fondo, di dare un nuovo senso alla vita tutta che ci circonda. Lodestar apre le buone intenzioni elencate e via via si scende negli abissi, nelle profondità di un tormento sudato ed esplicato. Vik, Mr Xanax, Murmansk, A shadow passing over, Jurmala, racchiudono il segreto custodito di una produzione ben orchestrata e arrangiata che attraversa il tempo rendendo l’intorno preponderante bisogno di essere oltre l’apparire.