The Ophelia’s Nunnery – Non basta vivere (Autoproduzione)

Un pop con venature rock, fresco, cantato in italiano, fatto bene, gran bene direi, arrangiamenti curati: giovani ventenni di diversa matrice ed estrazione musicale, con speranze davanti e un futuro dai forti connotati e sicure promesse da mantenere.

Il funk abbraccia il pop e i testi, nonostante l’età, si fanno valere per maturità stilistica e genuinità, mai scontati o banali, ma alla ricerca di quel piglio alternativo che porta l’ascoltatore a riflettere senza relegare la musica a sola operetta da stuzzichini.

5 brani, di leggiadra decadenza, intrisi di pop che non scade, ma si riqualifica e rigenera attimi di pura poesia musicale, tanto da poter vantare una capacità espressiva che è difficile da coniugare e trovare in un primo disco per di più fatto da giovani leve che suonano assieme da poco più di quattro anni.

Un disco di gioie e sguazzi di colore, un disco che parla di occasioni sprecate e di muri da sormontare, di mostri nell’armadio e di gioie nel guardare il sole anche nei momenti più bui.

Un album che pone la prima pietra nel cammino di questi giovani, con la speranza sempre presente di compiere il primo salto, una strada di certo in salita, ma che i nostri avranno la capacità di affrontare e soprattutto di vivere.