Zerella – Tutto quello che cercavi (Tippin Factory)

Il nuovo EP "Tutto quello che cercavi" di Zerella - Distorsioni Sonore

Cantautorato a tratti parlato che apre a dimensioni attuali dove contemporaneità e passione si sposano con le vicissitudini di tutti i giorni, inoltrando a dismisura concetti e sovrapposizioni che parlano di normalità. Il disco di Zerella è una sorta di EP centellinato che trova nel finale un cameo realizzato con Gianmarco Ciano de I Botanici ad impreziosire un album che cerca di fare velata ironia nei dolori di tutti i giorni. Tracce scomposte si affidano alla meravigliosa apertura di I tuoi denti per un risultato d’insieme altalenante, ma con un forte bisogno di fondo di unire la poesia di strada con le introspezioni del cuore. Tutto quello che cercavi è una dichiarazione di intenti, un salto nell’abisso, un tentativo di ricomporre la strada perduta ripercorrendola a ritroso,  seguendo i sassolini che portano a casa.


Zerella – Sotto casa tua (Seahorse Recordings)

Zerella, “Sotto casa tua”: la recensione

Cantautorato indie rock che si affaccia alla modernità con stile inequivocabile in grado di rappresentare e parlare da vicino di un mondo che porta con sé le vibranti attese di un cambiamento imminente, ma si attesta ad essere quotidianità piatta e banale, più volte ribadita nella prova leggera solo in parte di Zerella, musicista giovanissimo e capace che assieme ai rodati Alessio Vito, Gianluigi Pilunni, Remo Radica costruisce un disco di sembianze naturali, di vita vissuta e di desideri inespressi e circondati da una fame d’aria che ingloba, dando una personificazione della realtà sincera e ricca di rimandi e citazioni. La droga di Nico è solo un pretesto per partire, ci sono altri pezzi degni di nota come Terra Boa, i toni pacati di Prenderti o perderti e le finali Brasile, 1958 e Hanno preso Bob Dylan a donare qualità intrinseca ad un progetto che strizza l’occhio a band come Le luci della centrale elettrica e i primi L’officina della camomilla. Zerella guarda al futuro, sfiorando le coste inglesi, grazie ad una musica che attinge direttamente dagli anni’90 e dagli anni zero tutta la propria capacità intrinseca di comunicare attraverso collage che si fanno materici in una prova che racconta e si lascia ascoltare.