Zeno – Postumi da bagno (Mattonella Records)

Autoproduzione lo-fi e genuina che parla di momenti sgangherati e lasciati al caso dove una serata come tutte le altre racchiude in sé la forza di creare un disco che parla di sbronze, vomito e amicizie, di rapporti andati a male e bellezza da percepire nelle piccole cose quotidiane, dalle giornate storte ai finti moralismi fino a creare un’immedesimazione costruita ad arte con l’ascoltatore grazie ad una predilezione per la forma acustica e meditata e grazie anche a suoni semplici, diretti ed essenziali, che alcune volte mancano di un collante, di un elemento che crei un mix del tutto più convincente, ma che in sostanza si approccia al folk sghembo degli ultimi tempi da L’officina della camomilla, a Dente, passando per I cani in un colpire attraverso parole ricercate la realtà che ci circonda in momenti di lucidità post sbronza.

Zebra Fink – Zeno (Orzorock Music)

Copertina di Zebra Fink Zeno

Disco potente e carico di espressività che racchiude al suo interno un concentrato vorticoso di buio e luce apprendendo dal passato una sostanziale ricerca per un rock alternativo che ben si amalgama con le produzioni d’oltreoceano e stabilisce una linea di netta creatività capace di sormontare in modo lineare gran parte delle produzioni odierne, canzoni capaci di entrare in modo diretto dentro alla mente dell’ascoltatore implementando con gusto una proposta che mescola in modo soppesato i problemi della vita, in modo introspettivo, consumato e pronto a ridare energia e purezza a queste nove tracce capaci di sovrapporsi al suono dei Ministri e dei primi Verdena con l’iniziale Io sto bene passando per il singolo impattante Niente di speciale e finendo di gran carriera con So che mi dirai in un nichilismo che nell’annientamento porta con sé una forza sospinta protesa verso l’alto che trova nella musica l’unica e vera propria via di fuga concreta.