We fog – Float (Autoproduzione)

Inclassificabile gusto per le sonorità anni ’90 che riempiono l’atmosfera di tappeti sonori che si dipanano in un mondo fatto di concentrazione intellettuale toccando suoni minimali dal gusto post rock che si affacciano alle produzioni math di stampo americano e costruiscono un’architettura capace di creare diverse sovrapposizioni artistiche che non sono di certo classificabili, ma che sono e che fanno da base per canzoni identitarie e che vivono di vita prova, tanta è l’eterogeneità artistica, tanta è l’originalità espressa in questo disco che alterna il cantato allo strumentale in contesti asettici pronti ad esplodere grazie ad un’energia vitale che fa da connubio ideale ad una ricerca stilistica che non si ferma alle apparenze, ma che piuttosto trova il proprio punto di sfogo nell’esigenza di dare un senso ad un qualcosa di mai sentito attraverso il vocoder, attraverso il sintetizzato ad arte, per una soddisfazione che coglie lo sperato non solo nell’immediato, ma anche nella complessità del futuro che abbiamo davanti.