VonDatty – Madrigali (Autoproduzione)

Un cantautore di un altro tempo, di un altro spazio, che si concede una capacità, un intuito sopraffino per gli arrangiamenti e le prove in grande, per creare un disco complesso stilisticamente, ma essenziale nella propria essenzialità.

Stiamo parlando del disco di VonDatty, eccentrico cantastorie in rock che si accomoda tranquillamente in una poltrona di velluto rosso, con tanto di cappello a cilindro e baffo alla Dalì, per raccontare storie di vita vissuta, attimi raccolti in mani che sono pronte a rendere vero ciò che non è reale.

Ascoltando VonDatty sembra quasi di stare in un sogno, pensiamo di aver compreso tutto della struttura di una canzone, ma ci stupiamo, ci stupiamo per l’uso degli arrangiamenti sempre innovativi e che conferiscono al tutto un eco di un passato lontano.

Onirico quanto basta il nostro chiede attenzione all’ascolto, quasi fossimo noi gli spettatori all’interno di una rappresentazione che è la vita, fatta di amori, morte e illusioni.

Dieci tracce, tra cui le collaborazioni con Giorgio Baldi e Tommaso Di Giulio, che parlano sostanzialmente di Noi, bellissima l’apripista Il fantasma della porta accanto, per concedersi poi in quasi tutto il resto del disco sprazzi di indie sostenuto; chiusura affidata all’introspettiva Dal tramonto all’alba.

Meraviglia sonora che incanta, questa di VonDatty, un concentrato di cantautorato e rock che stupisce e si discosta da quello che siamo abituati ad ascoltare, un osare senza strafare, un raggiungere il bersaglio con stile e poesia.