Visioni di Cody – Celestino (Autoproduzione)

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Celestino è la storia di ognuno di noi, noi relegati ai margini di un mondo troppo poco punk e omologato in questioni che non ci riguardano, ma ci obbligano a sottostare a leggi, a fili manovrati e volontà precostituite, noi alla ricerca di un posto dove vivere, dove poter scambiare ancora attimi di luce generazionale che ci permette di esistere, che ci permette di lasciare qualcosa a chi verrà.

Grazie a parole importanti questo disco ci racconta di un mondo in cambiamento, dove la parola rottura con il passato non è sempre ambita e dove le strutture predominanti sono sempre segno di emarginazione e povertà di intelletto, un disco, questo Celestino che le Visioni di Cody sanno interpretare bene, lo fanno con il piglio alternative dei primi ’90 intessendo la scala dei valori con testi da puro cantautorato multiforme e post moderno nell’attesa che le sembianza del nostro genere umano si possano modificare in un’ascesa obbligatoria verso ciò che ci caratterizza veramente, verso ciò che conta; pensare a pezzi come Giusto fra le nazioni o la potenza di Mammarò fa presagire l’importanza di una ricerca testuale che in primis vuole comunicare dando un senso sempre maggiore a canzoni stimolanti come La forza di mille uomini o Bravi, giovani, cannibali per un album, formato da nove tracce che sono il manifesto coscienzioso di uno scambio intergenerazionale che deve essere un punto di rottura costruttivo con tutto ciò che è stato.